Non sono senza dubbio rosee le previsioni di Silvio Garattini, fra i più autorevoli farmacologi italiani, nonché storico presidente dell’Irccs Istituto Mario Negri di Milano. Parlando con i microfoni dell’agenzia Adnkronos, lo stesso prevede che la guerra contro il covid durerà ancora per un bel po’: “Non finisce ora- dice – abbiamo a che fare con un problema che non si esaurirà nel 2021 ma che, in base a quel che tutti pensano, ci impegnerà ancora per qualche anno in un modo o nell’altro. E quindi dobbiamo contribuire a rendere più efficiente il sistema vaccinale”.



E a riguardo Garattini si trova d’accordo con chi dice di produrre i vaccini negli stabilimenti italiani, di modo da aumentarne le dosi a disposizione: “E’ giusto, avendo anche noi stabilimenti in cui farlo, che si segua la via di sviluppare il vaccino e di produrre vaccini in Italia. Ed è giusto contribuire mettendo anche a disposizione finanziamenti per la ricerca, perché le varie tipologie di problemi possano essere studiate in modo adeguato anche da ricercatori italiani”.



GARATTINI: “IMPEGNARSI AL MASSIMO NELLA VACCINAZIONE”

Garattini proseguendo dicendo che “Bisogna impegnarsi al massimo per vaccinare la popolazione”, sottolineando come sia necessario fare in fretta, senza perdere tempo: “Anche i padiglioni a Primula – aggiunge – se li volevamo bisognava farli prima. Serve impegno e tempestività”. In ogni caso, anche i vaccinati non dovranno comportarsi come se la pandemia fosse finita, in quanto non è ancora chiaro se gli immuni possono essere dei portatori sani del virus: “Il vaccino non è subito la soluzione di tutto: in questo momento anche i vaccinati devono stare ancora molto attenti, evitare di togliersi la mascherina, rispettare il distanziamento, perché anche se protetti non è escluso che possano portare il virus e trasmetterlo ad altri”. E ancora: “Le regole non devono cambiare, valgono ancora tutte, in attesa che si arrivi al giorno in cui tutti sono al sicuro perché avremo avuto adeguate vaccinazioni”. Garattini si dice scettico sul raggiungimento dell’immunità di gregge a fine anno: “Allo stato attuale è difficile dirlo. Con quel che abbiamo a disposizione al momento è difficile che ci arriveremo. Speriamo nell’ok al più presto a nuovi vaccini e in nuove forniture. Tutto può aiutare. Se c’è”.

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