L’Italia è stata lenta e miope sui vaccini. A pungolare il governo stavolta è il farmacologo Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, che già lo aveva fatto ai nostri microfoni. Parlando dei ritardi per quanto riguarda quello sviluppato da AstraZeneca, ha spiegato al Fatto Quotidiano: «Noi purtroppo abbiamo puntato quasi tutte nostre carte su questo vaccino e questo contrariamente all’allerta che avevamo dato in molti già a maggio di stare attenti e non aspettare l’ultimo momento, e di controllare come proseguivano le sperimentazioni». Ora l’Europa si trova in coda, mentre la Gran Bretagna e altri Paesi, tra cui Israele, corrono. «Quelli che hanno pagato prima avranno la maggioranza delle dosi. Noi veniamo dopo». Quindi, avremo il vaccino ma dopo gli altri. «Non abbiamo curato attentamente tutto l’orizzonte. Alcuni paesi come la Germania hanno agito prima e fatto le loro trattative e ora hanno un vantaggio», ha aggiunto Garattini.
Entrando nel merito dei problemi di AstraZeneca, ha spiegato: «C’è stato qualche pasticcio sulla questione della dose. Quindi la protezione media è stata del 70% che è relativamente bassa rispetto agli altri. Con la dose “giusta” probabilmente l’efficacia sarà quella degli altri, ma per il momento sono necessari altri dati e per questo l’Ema ha chiesto ulteriore documentazione e non potrà rispondere prima di un mese».
GARATTINI “GOVERNO? SEMBRIAMO INCAPACI DI FARE IL MINIMO”
Ci tocca aspettare e fare di necessità virtù, cioè cercare di completare il prima possibile le dosi di vaccino a disposizione. Quelle di Pfizer-BioNTech, in attesa di Moderna, che oggi ha ricevuto il via libera dall’Ema. Nel frattempo bisogna gestire l’emergenza con una linea precisa, quella che sembra mancare al nostro paese. «La situazione è però incredibile con un giorno rosso, due arancioni o uno giallo. Quando si aprono le porte abbiamo visto cosa è successo. Si decida un periodo in cui rimaniamo relativamente tutti in condizione di avere la massima sicurezza fino a quando non diminuiranno le morti e i contagi in modo significativo», ha dichiarato Silvio Garattini al Fatto Quotidiano. Ma nel frattempo c’è pure una campagna vaccinale da organizzare e migliorare. «Bisogna approntare una effettiva campagna di informazione che non è quella di dire vediamo la luce in fondo al tunnel. Io credo che la gente che abbia dei dubbi giustificati: noi dobbiamo rispondere con umiltà, con dialogo, elencare i numeri». A tal proposito, il farmacologo ha spiegato che bisogna spiegare quali sono gli effetti collaterali e fornire informazioni precise per convincere chi ha dei dubbi. «I fanatici lasciamoli andare per conto loro perché sarà difficile».
Il presidente dell’Istituto Mario Negri si dice contrario alla creazione di un patentino di immunità: «No. Fino a quando non sapremo quanto dura il vantaggio delle vaccinazione. Ci sono ancora troppe cose che non sappiamo». La normalità non si avrà solo quando la vaccinazione sarà completa: «La avremo solo quando ci saranno i farmaci per curare perché non tutti saranno vaccinati e non tutti i vaccinati saranno protetti». Infine, prova a dare una scossa al governo tirando in ballo la questione scuola: «Sembra che non siamo capaci di fare le cose minime che richiedono organizzazione. Non si può continuare a rimandare l’apertura delle scuole. Dovevamo pensarci prima: come alle vaccinazione e ancora prima alle mascherine. Arriviamo all’ultimo minuto, cerchiamo di svegliarci».