Con la campagna vaccinale e le riaperture ci siamo illusi che il peggio era passato, ma la battaglia non è finita, anche perché «il virus con cui abbiamo a che fare non è più lo stesso di prima». A dirlo è Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS. Sulle colonne dell’Avvenire ha spiegato perché ci sono motivi per i quali la quarta ondata deve preoccuparci e quali sono. «Anche da noi, la percentuale di popolazione non protetta dalla vaccinazione o dalla guarigione da Covid-19 è ancora molto significativa». Il riferimento di Garattini è ai giovani al di sopra dei 12 anni non ancora vaccinati e agli under 12 che non possono vaccinarsi perché non c’è ancora il via libera dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).



A loro si aggiunge il 10% di vaccinati la cui risposta immunitaria non è soddisfacente, «coloro che per ragioni mediche non possono vaccinarsi e soprattutto gli almeno 3 milioni di italiani ultracinquantenni che non vogliono vaccinarsi». Tutto questo non può farci stare tranquilli. «Abbiamo ancora un importante bacino in cui il virus può circolare e può dar luogo a un intasamento degli ospedali e delle terapie intensive con forte danno a tutti coloro che, avendo malattie diverse dal Covid-19, non riescono ad avere le cure necessarie».



GARATTINI SU TERZA DOSE E MODIFICHE A GREEN PASS

Ma quella di Silvio Garattini non è solo un’analisi della situazione. Sull’Avvenire rivolge un appello al governo, affinché introduca «altri interventi se non vogliamo che molte Regioni ritornino in fascia gialla o che addirittura si ricorra ad altre forme di chiusura». La terza dose non basta per il farmacologo italiano. Oltre alle misure di prevenzione che conosciamo (vaccini, mascherine, regole igieniche e niente assembramenti) serve un altro intervento, «l’estensione delle vaccinazioni». Il governo deve quindi richiedere maggiore responsabilità a tutti. «Un altro provvedimento necessario è certamente un’estensione del Green pass a ogni manifestazione pubblica, ma soprattutto l’abolizione della possibilità di ottenere questa certificazione con un tampone».



Per Silvio Garattini «il tampone è una componente impropria del Green pass», in quanto non rappresenta una forma di protezione, ma la fotografia di un momento. Quindi, per lo scienziato bisogna modificare il Green pass, togliendo il tampone per ridurre le possibilità di movimento ai non vaccinati e invogliare alla vaccinazione. «Se non vogliamo ritornare a un nuovo lockdown, occorrono scelte coraggiose sostenute dall’opinione pubblica», ha concluso.