«Liberate i brevetti dei vaccini». A lanciare nuovamente l’appello è il professor Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo. Lo ha fatto ai microfoni di “Atlantide”, spiegandone l’importanza. «Per la liberarizzazione dei vaccini serve abolire i brevetti, quindi fare in modo che si impongano delle licenze obbligatorie per cui tutti possano fabbricare il vaccino, avendo a disposizione le metodologie necessarie», la premessa del farmacologo. Poi è entrato nel merito della questione: «Questo è fondamentale perché il problema che abbiamo non si risolverà quest’anno, ma probabilmente ci sarà bisogno di altri anni. È importante avere la possibilità di fabbricare circa 15 miliardi di dosi, che sono necessarie al fabbisogno mondiale». Liberare i brevetti dei vaccini è importante per una copertura vaccinale mondiale.



«Questa non è beneficienza nei confronti dei Paesi a basso reddito, ma una necessità. Se lasciamo circolare il virus, si svilupperanno varianti, cioè delle mutazioni che possono rendere il virus insensibile ai nostri vaccini», ha osservato Silvio Garattini nel suo intervento a La7.

GARATTINI “BREVETTI? USIAMO LICENZE OBBLIGATORIE”

«Poiché viviamo in un mondo globalizzato quello che si può formare altrove può raggiungerci», ha tagliato corto Silvio Garattini. La questione comunque va risolta presto per lo scienziato: «Siamo in grave ritardo e ogni giorno costa morti. Se avessimo cominciato a vaccinare a dicembre, come accaduto in Inghilterra, avremmo avuto molti meno dei 60mila morti che ci sono stati da dicembre ad oggi. In parte potevano essere evitati, quindi facciamo presto a vaccinare ma rendiamoci anche indipendenti». Garattini ha usato anche toni forti: «Non possiamo essere parassiti che aspettano che arrivino dagli altri. Abbiamo il dovere di contribuire e fabbricarli, usando le licenze obbligatorie. Ma dobbiamo fare presto, perché non sappiamo quanto dura l’immunità».



Dello stesso avviso è il professor Guido Silvestri, capo dipartimento di Patologia all’Università Emory di Atlanta: «Se noi pensiamo di coprire il mondo occidentale con i vaccini e lasciamo circolare il virus nei Paesi in via di sviluppo, allora rischiamo di andare incontro a orribili sorprese. Io non so quale sia la formula, ma con l’Hiv si sono trovate soluzioni creative. I brevetti sono rimasti, ma si è permessa la produzione dei farmaci antivirali. Bisogna trovare una soluzione che accontenti chi fa un certo tipo di ricerca e rispetti il principio della solidarietà».