Il professor Silvio Garattini, autorevole farmacologo nonché fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, è stato intervistato ieri dal programma di Rete 4, Zona Bianca. Le prime parole hanno riguardato lo scetticismo ancora diffuso nei confronti del vaccino anti covid: “Si sono diffuse molte informazioni sostanzialmente false – dice in diretta tv sul quarto canale parlando con Brindisi – c’è troppa disinformazione e non è stato fatto un lavoro importante a livello governativo di una reale informazione. Bisogna spiegare alla gente che il virus è molto peggio del vaccino e uno dovrebbe scegliere la soluzione che è migliore, e che oggi la gran parte di coloro che sono in terapia intensiva sono prevalentemente i non vaccinati”.



Sulle cure domiciliari, associate spesso e volentieri proprio a Garattini, molte volte erroneamente dai no vax: “Le cure domiciliari sono un sistema per evitare l’affollamento degli ospedali, ma non si può curare la malattia, si curano alcuni sintomi nei soggetti con pochi sintomi, e quindi non è utile che vadano in ospedale ad affollarli, ma se la malattia evolve l’ospedalizzazione è necessaria”. Sul fatto che Celentano dica di dare voce ai no vax: “Non si può impedire alla gente di parlare ma bisogna evitare che ci sia una spettacolarizzazione del problema. Si tende a spettacolarizzare per aumentare l’audience e questo non è un gran servizio alla comunità”.



GARATTINI: “OBBLIGO VACCINALE? CI SONO ALTRE VIE…””

Si parla quindi dell’obbligo vaccinale e a riguardo Garattini afferma: “L’obbligo vaccinale è l’ultima spiaggia a cui bisogna arrivare, ci sono varie modalità come quanto è stato fatto in alcuni paesi europei come il lockdown per i no vax, oppure si può togliere il tampone dal green pass, varie modalità per spingere la gente a vaccinarsi. Il vaccinarsi non è solo un atto individuale ma ha ripercussioni sulla comunità. Se io non mi vaccino nuocio a me stesso e agli altri, a quelli che non possono vaccinarsi per ragioni mediche o quelli che pur essendo vaccinati non sono responsivi in quanto la vaccinazione non protegge al 100%”. Non si poteva non affrontare l’argomento variante Omicron: “Se tutti fossero stati vaccinati non sarebbe arrivata. Ancora oggi Omicron non è predominante, e sembrerebbe più contagiosa ma meno aggressiva, lo diciamo con il condizionale. Il fatto che sia molto contagiosa fa si che la maggior parte delle persone se viene contagiata non può essere disponibile per il lavoro e si rischia la paralisi. Omicron si sta raffreddorizzando? Quello che sappiamo fino adesso è che sembrerebbe che sia meno aggressiva, quindi meno malattia e meno mortalità. Oggi risentiamo ancora della situazione prevalentemente della variante Delta, fra 15 giorni sapremo molto meglio quello che succede con la Omicron. L’andamento va nella direzione dell’aumento dei contagi, speriamo che non vada avanti e ci sia un miglioramento”.



GARATTINI: “IL TAMPONE SERVE SOLO SE SI HA SINTOMI”

Sulla corsa ai tamponi: “Si fanno troppi tamponi perchè lo impone il green pass, i milioni di italiani che non sono vaccinati devono fare ogni 48 ore il tampone e quindi affollano i luoghi del tampone, e ciò è grave perchè si impedisce che coloro che hanno bisogno di verificare il proprio stato di salute possano fare il tampone, aspettando ore e giorni. Tampone per andare al cenone? Il test non serve a granchè, è una fotografia che mi dice la situazione in questo momento ma qualche ora dopo le cose possono cambiare, non bisogna dargli troppa fiducia. Serve se si hanno dei sintomi per verificare se sono dovuti al virus o ad altre cause”.

Sulla decisione di ridurre le quarantene Garattini spiega: “Se il virus non fosse molto aggressivo, in quel caso chi è vaccinato con tre dosi potrebbe anche evitare l’isolamento, ad esempio non isoliamo per l’influenza”. Sulla pillola antivirale in arrivo a breve: “Vi sono moltissimi gruppi che stanno lavorando in questo senso, se avessimo un farmaco in grado di agire sulla malattia, non sugli stadi precoci, come ad esempio un antibiotico, faremmo un grande passo avanti verso la possibilità di curare la malattia. L’augurio che faccio per il 2022 è che si possa vaccinare il mondo se no avremo varianti che ritornano da noi e che possono essere insensibili ai vaccini. Non è un atto di beneficenza ma un atto di sano egoismo”.