«La via maestra per battere il Covid è l’obbligo vaccinale»: ne è certo il decano dei farmacologi italiani, nonché fondatore dell’Istituto Mario Negri, professor Silvio Garattini. Intervistato dal Quotidiano Nazionale, il farmacologo riflette sul momento particolare che attraversa il nostro Paese tra l’indecisione di nuove regole ancora più restrittive (lockdown no vax, Super Green Pass al lavoro) e allentamento di alcune vecchie (quarantena Covid e tamponi antigenici).
Per Garattini occorre al più presto imbracciare l’arma del vaccino obbligatorio, è l’unica strada contro la variante Omicron: «Non c’è più tempo da perdere. Non è accettabile che ancora così tante persone rifiutino l’antidoto incidendo sulla situazione generale». Il professore chiede al Governo Draghi di avere più coraggio e illustra le tre possibili strade da imboccare nei prossimi giorni: «Il governo, per contenere questo boom di casi, ha tre strade: obbligo vaccinale, lockdown per i no vax, eliminare i tamponi dal Green pass. Ma la prima via è quella maestra, non c’è più tempo da perdere, l’esecutivo deve avere più coraggio […] La maggior parte dei pazienti in terapia intensiva è No vax».
L’OBBLIGO VACCINALE E IL PARAGONE CON L’ANTI-POLIO
I dati per Silvio Garattini raccontano di una urgenza particolare e di una necessità di intervento, visto che «siamo già in ritardo»: per il fondatore dell’Istituto Negri, «La vaccinazione e la guarigione rappresentano una sicura protezione, il test assolutamente no. È una fotografia di un determinato momento, che non copre dalla malattia». Se è vero che la variante Omicron si sta dimostrando più contagiosa ma meno “aggressiva”, è altrettanto vero che con queste regole si rischia la paralisi di un Paese se non si interviene: «Omicron se si diffonde così tanto è lo stesso paralizzante. Quando in troppi si ammalano e devono rimanere a casa, il Paese va in tilt. Per questo il governo deve prendere una decisione in fretta». Non solo gli adulti, per Garattini vanno immunizzati obbligatoriamente anche i più giovani: «Serve una legge che faccia vaccinare tutti perché man mano che gli adulti si coprono, il virus circola nelle fasce d’età più basse. In più, aumenta il rischio ricovero per i giovani. Comunque, ci sarebbero problemi organizzativi». L’Italia dovrà essere d’esempio al mondo, secondo la “linea” dettata dal farmacologo, vista anche la staticità di questi tempi tra i vari Governi mondiali: «bisogna vaccinare il mondo o non ne usciamo: arriveranno sempre nuove varianti, finché non ne avremo una insensibile ai vaccini e saranno guai seri. Immunizzare il mondo è una questione politica, è possibile ma costa». Occorre per Garattini fare uno sforzo di memoria collettiva in più da parte di tutti, compresi i medici: «anche in passato la vaccinazione contro la poliomielite non venne accettata, i pediatri all’epoca avevano paura. All’epoca vaccinammo con due anni di ritardo».