Il professor Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, è stato ospite nelle scorse ore della tappa di Padova del Festival di Salute, una serie di incontri con scienziati, medici e addetti ai lavori. Nell’occasione Garattini, fra i più autorevoli farmacologi italiani, si è soffermato sull’importanza di insegnare la scienza ai nostri ragazzi nelle scuole, ancor di più dopo la pandemia che è scoppiata da quasi due anni a questa parte in tutto il mondo.



La nostra cultura scientifica – racconta Garattini parlando dal palco del Festival di Salute, così come riporta Repubblica – è molto scarsa perché la scienza a scuola non è presente. Andrebbe insegnata non nei contenuti come adesso, ma come attività umana di conoscenza”. Il farmacologo ha continuato spiegando: “Far capire ai ragazzi che bisogna aver fiducia nella scienza e che se vuoi sapere se un farmaco fa bene o male la risposta non te la può dare il greco, l’arte, la filosofica, o il latino, ma la scienza, l’unica attività umana che ti può rispondere alla domanda”.



GARATTINI: “TERZA DOSE SOLO PER CHI E’ A RISCHIO, SUL GREEN PASS…

“Certo è un’attività umana e può sbagliare – ha continuato Garattini – ma nella scienza viene stabilito che le cose devono essere riprodotti da altre. Nell’arte copiare qualcosa è un plagio, nella scienza è una necessità e se questo non entra nella testa di tutti e soprattutto della scuola, purtroppo poi abbiamo i problemi di cui stiamo parlando”.

Quella di Garattini è stata una delle voci più ascoltate durante la pandemia di covid, e nella giornata di ieri il professore era stato intervistato dal programma di Rai Radio 1, Un Giorno da Pecora, sulla terza dose. In quell’occasione aveva spiegato: “Per ora è molto importante per chi ha fattori di rischio, come chi ha forme di immunodepressione”. Infine, sempre nella giornata di ieri il quotidiano Il Giornale, aveva riportato delle parole di Garattini sul green pass: “Credo che il tampone sia la fotografia di quel che è successo in quel momento, ma due ore dopo si può avere la carica virale. Il tampone dovrebbe esser escluso dal green pass, non ha senso”.