Il virus torna a far paura. I numeri sono in crescita e i sintomi più forti del passato. Una situazione che spaventa l’Italia e l’Europa intera, che si trova di nuovo a fare i conti con il Covid ma per la prima volta d’estate. Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ne ha parlato a La Stampa: “Non conosciamo ancora questo virus. La variante è cambiata, l’infettività è alta nonostante sia arrivato il grande caldo, spiazzandoci. E questa incapacità di prevedere la pandemia porta a due previsioni: vaccinare il mondo, perché solo così si evita la proliferazione di varianti, e tornare a usare le regole di prevenzione che la gente non usa più. I gel disinfettanti sono ovunque, le mascherine invece non si vedono più. Così si torna a grandi, pericolosi, numeri”.
L’errore, secondo Garattini, è stato tornare ad essere troppo liberi, abolendo le mascherine e tornando a far gruppo con migliaia di persone: “Avremmo dovuto mantenere le Ffp2 obbligatorie nei luoghi di lavoro ed evitare queste grandi riunioni di migliaia di persone. Concerti, partite, eventi: così il virus va a nozze, circola rapidamente e muta moltiplicandosi. Sono stati commessi errori enormi: il rompete le righe in modo prematuro non è stato utile, ma dannoso”.
Garattini: “Sbagliato aspettare il vaccino a settembre”
Far circolare Omicron, per Silvio Garattini, non è la soluzione migliore. Immunizzare la popolazione è dunque da escludere, almeno “Non con questi numeri sui morti per Covid. 100 al giorno non è un numero che possiamo ignorare, sono 3 mila al mese. Un sacrificio troppo alto. Sono ancora in troppi senza la protezione del vaccino, tanta gente è in pericolo. Il vaccino protegge al 90%, c’è chi ha una risposta debole e in troppi non hanno il richiamo giusto”.
La quarta dose, però, non convince tutti: “Innanzitutto la quarta è metà dose, cosa che non spesso viene spiegata. Ed è stato giusto anticiparla per chi è a rischio. Ancora più corretto è partire, però, da chi non ha nemmeno fatto la terza. Bisognerà fare le cose con diverse priorità, partendo ovviamente dai fragili e non escludere nessuno. Ad ogni però c’è una prospettiva che rallenta la campagna vaccinale”. Per Garattini, l’errore è “Ribadire continuamente che a settembre sarà pronto un vaccino più adatto a questa nuova variante. Non è un incentivo a fare la quarta dose. In tanti attendono un vaccino migliore. Ed è anche logico aspettare, però non bisogna dimenticarsi della prudenza”, spiega.