Non ha dubbi Silvio Garattini, fra i più grandi farmacologi d’Italia e non solo, nonché direttore e fondatore dell’istituto Mario Negri: la decisione di bloccare il vaccino Johnson & Johnson per dei sospetti casi di trombosi è decisamente “sconfortante”. Lo spiega in un’intervista pubblicata dal quotidiano Il Messaggero e da Il Mattino di Napoli, esternando tutto il suo malcontento per un nuovo stop ad un altro vaccino: “In un momento delicato come questo – argomenta – in cui serve accelerare il più possibile ovviamente in sicurezza il numero delle persone vaccinate, per un numero di casi infinitesimale e tutti da verificare di vaccini che possono aver dato qualche problema si rischia di mandare all’aria l’unica politica adatta a fermare il virus”.



Quindi Garattini aggiunge: “Sei casi problematici su 7 milioni di vaccinati con Johnson & Johnson stanno scatenando una paura assolutamente sproporzionata. E che le autorità americane, in collegamento con l’Ema devono saper affrontare bene, sennò la psicosi cresce in maniera incontrollabile”. Dopo i numerosi “sospetti” nei confronti di AstraZeneca, scoppia così un altro caso: “Ma lei lo sa che volare in aereo è cento volte più pericoloso rispetto ad assumere un vaccino testato e autorizzato dagli organi preposti? – prosegue Garattini – lo sa che è più facile morire cadendo dal letto che prendendo un siero anti-Covid? Questa è la comunicazione giusta, e semplice, che bisogna fare”.



GARATTINI: “SUL WEB DUE CASI DIVENTANO DUE MILIONI”

Secondo Garattini è fondamentale stare attenti nella comunicazione, altrimenti si “Rischia di rovinare il grande sforzo di immunizzazione che si è messo in campo”. Ad alimentare la paura, il web e i social: “Sul web due casi di problematicità legati ai vaccini lievitano artificiosamente fino a diventare duemila o due milioni nella percezione della gente. E così non va. Bisogna in tutti i modi e con ogni canale spiegare al pubblico che nei vaccini bisogna avere fiducia e che i loro benefici sono infinitamente superiori ai rischi”. Secondo Garattini sono i fatti a confermare quanto siano efficaci i vaccini: “In Israele, in Inghilterra, negli Usa, abbiamo la riprova che questi vaccini funzionano. Il contagio in quei Paesi è diminuito molto e anche le ospedalizzazioni e il numero di morti. Il rischio qui da noi di una nuova ondata di sfiducia avrebbe conseguenze devastanti. Ripeto: 6 casi problematici su milioni e milioni di iniezioni sono quasi niente”. Sul tema delle riaperture Garattini sottolinea un problema di contraddizione: “Non si fa che dire riaprire-riaprire-riaprire, ma nel frattempo molti dubitano dei vaccini. Come se non fossero la vera chiave per riaprire. Non si fa che invocare giustamente la ripartenza economica e sociale, ma senza la consapevolezza piena che sulla scienza si basa ogni possibilità di ritorno alla vita normale, si finisce per parlare un po’ a vanvera”.

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