La diretta odierna di Storie Italiane è tornata ad occuparsi dell’ormai riaperta indagine sul delitto di Garlasco sul quale da giorni si susseguono rapidissime indiscrezioni e novità dopo l’iscrizione di Andrea Sempio nel registro degli indagati e l’ipotesi che potrebbe interamente rivalutarsi la posizione di Alberto Stasi attualmente considerato l’unico responsabile dell’omicidio di Chiara Poggi condannato in via definitiva: un caso – quello del delitto di Garlasco – che oggi vanta anche il ritorno in scena di due differenti testimoni tra uno sentito nei giorni scorsi dalla trasmissione Le Iene e un operaio che parlò già nei momenti successivi all’omicidio e venne ritenuto inattendibile.
Soffermandosi proprio su quest’ultimo testimone, dopo il delitto di Garlasco – e in particolare dopo l’arresto di Alberto Stasi -, l’operaio venne interrogato per sei lunghissime ore raccontando che quel giorno in un orario compatibile con l’omicidio vide una ragazza in bici con un caschetto biondo a poca distanza da casa Poggi, che procedeva a zigzag e che aveva in mano un treppiede da camino; salvo – li ricordiamo: dopo parecchie ore di interrogatorio – ritrattare sostenendo di essersi inventato tutto “perché sono uno stupido” uscendo definitivamente dalla scena delle indagini.
Garlasco, il legale di Andrea Sempio: “Il testimone ritrattò dopo sei ore di interrogatorio e due interruzioni della deposizione”
Presente nello studio di Storie Italiane proprio per parlare di questo testimone, l’avvocato Antonio De Rensis – che nel delitto di Garlasco assiste e difende Alberto Stasi – ha messo da subito in chiaro che l’operaio “si è presentato in caserma dopo l’arresto di Alberto”, convinto dalla sua convivente a parlare “perché lo vide molto rabbuiato in quei giorni e le disse che era aveva paura per la vita della sua famiglia“: entrando nel merito della deposizione, il legale spiega che si tratta di uno dei racconti “più dettagliati che abbia mai letto nella mia lunga carriera”.
La situazione – ricorda il legale di Stasi – cambiò dopo che l’interrogatorio “venne interrotto per un’ora e mezza” e pur confermando quanto detto in precedenza il testimone “cambiò la via dell’avvistamento”, il tutto fino ai momenti successivi ad “una seconda interruzione” dopo la quale venne apposta la scritta “‘letto e sottoscritto’ che segna la fine di un interrogatorio” e successivamente alla quale “lui dice di essersi inventato tutto“; fermo restando l’altro “particolare determinante” del suo collega al quale “confidò di aver ritrattato la deposizione perché aveva paura” e che “nessuno dopo sei ore di interrogatorio gli ha mai neppure chiesto come mai abbia inventato tutto”.
Antonio De Rensis: “Sempio? Nessuna prova che fosse veramente a Vigevano, il suo cellulare era a Garlasco”
“Quando sento qualcuno accanirsi sugli indizi con i quali Alberto ha preso 16 anni – prosegue il legale di Stasi – e sottovalutare le prove come il DNA sotto alle unghie o l’assenza di un alibi [per Andrea Sempio]” l’unica considerazione che gli viene ovvia fare è quella che “qui siamo tutti vittime di un’indagine che ha delle voragini perché non sono stati fatti dei riscontri importanti” e che sarebbero potuti essere determinanti per comprendere quanto veramente accaduto a Chiara Poggi; sottolineando soprattutto che “questa è stata un’indagine unilaterale che si è accanita su Alberto“.
Soffermandosi sulla posizione di Andrea Sempio, il legale di Stasi ricorda e precisa che ad oggi “non c’è una sola prova che quel famoso scontrino lo abbia preso Sempio” riferendosi al ticket del parcheggio di Vigevano che usò come alibi per dimostrare che non fosse vicino a casa Poggi negli attimi nell’omicidio; ricordando anche che “il suo telefono agganciò sempre e comunque la cella di Garlasco con del traffico telefonico alle 11:10″.