Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi, ha saputo da poco le ultime novità relative all’assassino della figlia, Alberto Stasi. L’uomo, in carcere poiché accusato di essere l’autore del celeberrimo delitto di Garlasco, potrebbe presto ottenere il permesso di uscire di giorno per lavorare. La notizia ha raggiunto anche la donna: “Sì, l’ho saputo”, ha commentato al Corriere della Sera. Alla signora Rita non resta che sospirare, aggiungendo: “Cosa vuole che le dica? Se la legge lo prevede noi non possiamo dire niente. Certo, come mamma resto un po’ così… Insomma: forse è un po’ prestino… però se la legge è questa…”.



La donna ha quindi avanzato anche una piccola critica nei confronti della stessa legge italiana, a suo dire non molto attenta alle vittime: “La legge è sempre attenta al recupero di queste persone, a concedere loro dei benefici, ma è poco attenta a noi che siamo dall’altra parte. Noi siamo le vittime e le assicuro che le vittime non sentono la stessa attenzione da parte della giustizia”. Pur dicendosi dispiaciuta, tuttavia, non le resta che accettare le regole.



GARLASCO, ALBERTO STASI FUORI DAL CARCERE PER LAVORO? PARLA L’AVVOCATO

Sono trascorsi ormai 14 anni dalla mattina del 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi, all’epoca 26enne, fu uccisa nella sua villetta di Garlasco dall’allora fidanzato Alberto Stasi, studente 24enne alla Bocconi. Dopo oltre 8 anni di inchiesta e diverse aule di giustizia, il 12 dicembre 2015 la Cassazione condannò definitivamente Stasi a 16 anni di carcere, potendo godere dello sconto di pena previsto dal rito abbreviato. Dopo aver scontato almeno un terzo dei 16 anni, l’uomo per legge avrebbe diritto a chiedere di poter lavorare nelle ore diurne all’esterno del carcere dove tornerebbe solo a dormire.



In vista della semilibertà, l’avvocato Laura Panciroli, difensore di Alberto Stasi ha già fatto sapere, come riporta Corriere della Sera: “Ci stiamo attivando” in quanto “è nei termini di legge per essere ammesso, ovviamente dopo la necessaria valutazione del tribunale di sorveglianza”. Tuttavia non sarà comunque facile trovare una situazione adeguata al caso in quanto come fatto notare dallo stesso avvocato, “Ci vuole un datore di lavoro motivato, vista l’attenzione mediatica su questa vicenda. Una soluzione che sia rispettosa per lui e per chi lavorerebbe con lui”. Alberto Stasi ha già provato tre volte a rimettere in discussione il verdetto senza mai riuscirci: “Iniziative totalmente infondate che hanno coinvolto persone completamente estranee al caso”, ha commentato l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, difensore della famiglia Poggi, che rispetto all’ipotesi di vedere l’uomo fuori dal carcere, confida nel verdetto del Tribunale di sorveglianza, “ma un detenuto prima di meritare un premio del genere dovrebbe dar segno di ravvedimento”, ha concluso.