La diretta odierna di Storie Italiane è tornata ad occuparsi ancora una volta del delitto di Garlasco alla luce delle ultimissime novità dello scorso venerdì con la Procura che ha presentato una richiesta di incidente probatorio sulla posizione di Andrea Sempio per analizzare i pochi reperti rimasti ancora sul caso e i campioni di DNA finiti al centro della nuova indagine che potrebbe (potenzialmente) scagionare Alberto Stasi: un tema – quello dell’incidente probatorio su Garlasco – che è stato affrontato dagli stessi legali di Sempio e Stasi nello studio di Rai 1; fermo restando che i legali del ‘nuovo’ indagato si sono opposti alla richiesta di indicente probatorio.
Partendo proprio da qui, l’avvocato Lovati – che assiste proprio Andrea Sempio – ha messo in chiaro che “prediamo una posizione negativa sul processo probatorio perché riteniamo che siano tutti accertamenti ripetibili per i quali non c’è alcuna necessità di anticiparli rispetto ad un eventuale dibattimento, sempre che un dibattimento ci sarà”, fermo restando che “reperti vivi non ce ne sono più, le unghie non ci sono più e tracce nuove non ce ne sono”; precisando che “a me dà fastidio che la procura creda che ci sia una corrispondenza con un dato biologico che non esiste più come le unghie di Chiara, basandosi solo su grafici di perizie ormai scadute”.
Dal conto suo, il legale del condannato per il delitto di Garlasco – l’avvocato De Rensis – ci ha tenuto solamente a ribadire che “noi abbiamo depositato una consulenza del più grande genetista del mondo su cromosoma Y che ha detto una cosa molto semplice: ovvero che ciò che venne analizzato in passato può essere comparabile”, limitandosi a sostenere che “io ho molta fiducia sui nomi che sono inseriti in questa vicenda e quindi aspetto che i massimi esperti genetisti argomentino su questo aspetto” ed invitando tutte le parti in causa ad “attendere gli sviluppi di questa indagine dalle quale sia Sempio che Stasi potrebbero uscine completamente estranei“.
La nuova telefonata ignorata nelle indagini sul delitto di Garlasco
Al contempo – al di là della posizione dei due indagati – Storie Italiane ha anche rinvenuto una vecchia telefonata sul delitto di Garlasco finita già all’epoca agli atti di inchiesta ma che non venne mai veramente vagliata: una chiamata in cui tale Alessandro avrebbe parlato attorno alle 15:30 con una ragazza che – senza identificarsi – avrebbe detto “è morta, aveva solo 25 anni ed era a casa da sola”, poco prima di dire anche “Andrea aiutami” e di scusarsi e riattaccare dopo che il giovane ha precisato di “non essere Andrea ma Alessandro”.
Una telefonata sulla quale il legale di Stasi De Rensis ha chiarito di “non avere nessuna posizione” limitandosi a precisare che “non è avvenuta sulla scena del crimine e che le indagini si fanno sul materiale che gli avvocati e gli inquirenti forniscono” per sottolineare che “se i giudici questa telefonata non l’hanno mai vista non hanno potuto giudicarla”; mentre dal conto di Lovati il commento verte sul fatto che “mi sembra di capire che alle 15 l’assassino chiede aiuto ad un altro ragazzo che si chiama Alessandro, chiamandolo Andrea”.
“Io non credo – interviene ancora De Rensis – che chi chiama sia l’assassino, poi mi pare che la persona sentita abbia identificato l’autrice della chiamata”, tutto per precisare che “il problema è che nessuno ha approfondito questo aspetto”, ricordando poco dopo che “gli elementi non approfonditi all’epoca sono centinaia” per esortare gli inquirenti ad approfondire tutto ciò che è rimasto aperto i questi lunghi anni, andando – eventualmente – anche alla figura di Andrea Sempio.