Il gas americano non può sostituire del tutto quello russo, almeno nel futuro prossimo. Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, e Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione Ue, hanno siglato un accordo che prevede l’arrivo di almeno 15 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas naturale liquefatto quest’anno e una forniture tale da soddisfare una domanda di gas naturale di almeno 50 miliardi di metri cubi l’anno fino al 2030. Ciò, tuttavia, non sarà sufficiente per azzerare la dipendenza dell’Europa dalla Russia: i motivi, come analizzato dal Corriere della Sera, sono diversi.



La prima ragione sta nei numeri. Nonostante negli anni Duemila i consumi di gas dell’Europa siano diminuiti di circa il 10%, la produzione continentale ha fatto altrettanto dell’esaurirsi di alcune importanti riserve. La conseguenza è stata che l’approvvigionamento del gas russo è aumentato. La Germania e l’Italia, in tal senso, sono i Paesi che ne hanno usufruito di più. Lo scorso anno, in generale, sono arrivati 155 miliardi di metri cubi di gas russo, pari al 45% dell’import totale. Una quantità nettamente superiore a quella offerta per i prossimi anni dagli Usa, che nel 2021 hanno esportato 188 miliardi di metri cubi di gas nel resto del mondo, soprattutto in Asia. Il problema è che gli americani hanno per lo più contratti di lungo periodo con le controparti, per cui la quota “libera” non è elevata, seppure il mercato con l’Ue sia inevitabilmente in crescita. Da novembre a ora si è passato da 80-90 milioni di metri cubi al giorno a quasi 180 milioni.



Gas americano non può sostituire quello russo: i motivi

Il perché il gas americano non può sostituire quello russo in Europa, tuttavia, non riguarda soltanto le quantità elevate di cui i diversi Paesi necessitano. Una questione strettamente legata a quest’ultima è quella relativa ai costi, che risentiranno inevitabilmente della domanda. Secondo l’accordo firmato da Joe Biden Ursula von der Leyen, come riportato dal Corriere della Sera, “la formula del prezzo dovrebbe tenere in considerazione l’Henry Hub Natural Gas Spot price (la piattaforma di riferimento del gas americano, che ha prezzi inferiori rispetto a quella olandese, ndr) ed altri fattori stabilizzanti”. Ciò, tuttavia, non è obbligatorio. Sebbene nella dichiarazione ci si impegni affinché i prezzi siano “accessibili”, dunque, restano dei dubbi.



Un altro problema, infine, è quello relativo alle infrastrutture. Nell’Ue non ci sono impianti di rigassificazione sufficienti per potere accogliere tutto il gas liquefatto necessario. La loro percentuale di utilizzo negli scorsi anni era al di sotto del 50%, mentre ora sta crescendo. Essi sono comunque troppo pochi: l’Italia ne ha soltanto tre, mentre la Germania non ne ha addirittura nessuno.