ADDIO AL DOLLARO: LA CINA PAGHERÀ GAS RUSSO IN RUBLI E YUAN
È sempre più un mondo “polarizzato” quello che si affaccia alle porte del 2023 nei prossimi mesi: la guerra in Ucraina ha fato lo “spallata definitiva” ma la frattura sempre meno sanabile tra Occidente e Oriente, tra Usa-Ue e Cina-Russia, si sta materializzando praticamente su qualsiasi campo internazionale, geopolitico e commerciale. Quella che un tempo era “solo” la guerra dei dazi tra Usa e Cina si sta tramutando in una autentica “guerra mondiale” su praticamente tutti i campi, compreso ora quello energetico.
Ebbene, l’annuncio di oggi è di quelli destinati a cambiare non poco i destini economici e geopolitici di un macro settore come quello energetico del gas, tra l’altro giù messo in forte crisi dai “razionamenti” di Mosca verso i sempre più lontani “partner” europei: la Cina nei prossimi mesi pagherà in rubli e yuan – le valute russe e cinesi – per le forniture di gas russo attraverso il gasdotto Sila Sibiry. Secondo il sito esperto del mondo imprenditoriale russo “Kommersant”, l’accordo è stato firmato tra il presidente della Gazprom, Alexei Miller, e quello della compagnia cinese Cnpc, Dai Houliang.
CINA CON RUSSIA DICHIARANO ULTERIORE “GUERRA” ALL’OCCIDENTE
Secondo quanto riferito in un comunicato sempre da Gazprom, «durante l’incontro, avvenuto in videoconferenza, sono stati anche firmati accordi aggiuntivi all’intesa per la vendita a lungo termine di gas alla Cina lungo la rotta orientale». Quello avvenuto è dunque un nuovo importante segnale di avvicinamento tra Russia e Cina nel contesto più ampio dello scontro/guerra con l’Occidente: fino ad oggi infatti la Cina aveva pagato in dollari gli approvvigionamenti del gas in arrivo dalla Russia. Dopo lo scontro feroce sulle sanzioni europee anti-Mosca, ora l’ulteriore passo di “alleanza” tra Xi Jinping e Vladimir Putin si stringe sul gas: «Il nuovo meccanismo di pagamento è una soluzione reciprocamente vantaggiosa, tempestiva, affidabile e pratica», spiega il ceo di Gazprom, Alexei Miller.
La Russia con questo accordo punta a ridurre la dipendenza dal dollaro americano, spiega bene “MilanoFinanza”, «dall’euro e da altre valute forti nel suo sistema bancario e nel commercio, una spinta che Mosca ha accelerato da quando è stata colpita dalle sanzioni occidentali in risposta all’invasione dell’Ucraina». Una sorta di “messaggio di guerra” lanciato da Pechino e Mosca contro i Paesi del fronte NATO: secondo i dati del Global Times, «nei primi sette mesi del 2022, il commercio cinese con la Russia è aumentato del 29% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 97,71 miliardi di dollari, poiché i due Paesi hanno mantenuto il normale flusso di scambi nonostante le sanzioni occidentali», rileva “Formiche.net”.