DRAGHI SVELA L’EVIDENZA: “PAGHIAMO IN RUBLI PERCHÈ…”

«Nessuno ha mai detto se i pagamenti in rubli violano le sanzioni, è una zona grigia»: così Mario Draghi ieri sera a Washington in un passaggio rimasto forse troppo poco considerato della conferenza stampa a seguito del vertice con il Presidente Usa Joe Biden.



Nelle ore di forte tensione sui mercati internazionali per lo stop a un terzo del gas in Europa – dovuta alla chiusura del tratto di passaggio in Ucraina “per cause di forza maggiore” – il passaggio di Draghi negli Usa assume valore ancora più grande. Il Presidente del Consiglio ha di fatto svelato “l’evidenza” ormai fattuale: dopo l’ultimatum lanciato da Mosca sul pagamento per Gazprom in rubli (moneta russa), di fatto l’Europa ha risposto quasi unitariamente di sì. «Sono fiducioso che continueranno i pagamenti ma per una ragione stupida forse, non c’è nessuna dichiarazione ufficiale che i pagamenti violino le sanzioni, quindi è una zona grigia». Il motivo è molto semplice, conclude Draghi in conferenza stampa: «il più grande importatore, la Germania, ha già pagato in rubli e la maggior parte degli importatori di gas hanno già aperto conti in rubli con Gazprom».



GAS E PETROLIO, COSA SUCCEDERÀ ORA IN EUROPA

Resta l’ombra lunga delle prossime sanzioni europee che dovrebbero cominciare con l’embargo al petrolio – ma non c’è l’accordo per l’opposizione dell’Ungheria di Orban – e concludersi nei prossimi mesi con lo stop totale del gas russo: i mercati temono questa evenienza, o ancor peggio la chiusura dei rubinetti per volontà russa.

Serve però un bagno di realtà per tutti, ha ribadito ancora Draghi (ma non solo lui, anche Scholz dalla Germania): ad oggi l’Europa non può fare a meno del metano russo, dunque serve differenziare gli arrivi ma soprattutto trovare un accordo per far finire al più presto questa guerra. Stamane Berlino ha sottolineato come la situazione delle forniture di gas in Europa è in profondo peggioramento, specie dopo la chiusura del tratto ucraino: «la Russia usa l’energia come arma», denuncia il cancelliere Scholz. Resta comunque solida anche la componente in Europa che invece insiste per trovare la cesura netta degli arrivi energetici dalla Russia: in Italia, è il Segretario Pd Enrico Letta a rappresentare tale fazione. Oggi a “Il Foglio” spiega: «Continuo a credere che l’embargo totale sull’energia russa, gas e petrolio, sia una scelta tanto dolorosa quanto doverosa. Il dramma della guerra può comunque accelerare alcuni processi strategici che potrebbero aiutare l’Italia a diventare un hub per l’energia nel Mediterraneo e che potrebbero aiutare l’Italia ad accelerare la costruzione di una nuova sostenibilità energetica europea»