I prezzi del gas e del petrolio, già pericolosamente alti a causa delle numerose tensioni geopolitiche internazionali scaturite dall’invasione russa in Ucraina, potrebbero presto tornare ad aumentare a causa della guerra scoppiata tra Israele ed Hamas. Una situazione definita da Adolfo Urso, ministro delle Imprese, preoccupante per tutta l’Europa, aprendo anche al dubbio che presto potremmo trovarci ad affrontare una nuova emergenza energetica.



Allo stato attuale, a pochissimi giorni dallo scoppio della guerra in Israele, i prezzi del gas e del petrolio sono aumentati leggermente, ma non abbastanza da vederne gli effetti in bolletta o al benzinaio. Tuttavia, se le tensioni aumentassero ed altri attori del Medio Oriente decidessero di entrare in guerra, l’effetto sarebbe del tutto simile a quello registrato dopo l’inizio del conflitto ucraino. I primi effetti del conflitto, però, sono già visibili nei mercati internazionali, con il prezzo del petrolio che ha toccato gli 89 dollari al barile (da 87, ma ancora lontano al 98 del mese scorso), e quello del gas che è aumentato del 15% ad Amsterdam, a livelli simili a quelli di inizio settembre.



Gas e petrolio in aumento: l’allarme di Urso e l’opinione degli analisti

Insomma, i prezzi di gas e petrolio a conti fatti sono tornati a salire, seppur per ora non se ne possano ancora vedere gli effetti sul consumatore. Tutto dipenderà dalla durata effettiva delle tensioni e dall’ipotesi che altri paesi si schierino da una o dall’altra parte. Secondo il ministro Urso, “la situazione di emergenza” tra Israele ed Hamas, “rischia di far esplodere altre problematiche” come quella “dell’energia [e] dell’approvvigionamento“.



Gli analisti, interpellati da Repubblica e dal Sole 24 Ore, rimangono tuttavia ancora prudenti in merito ai prezzi di gas e petrolio. “Bisogna aspettare gli sviluppo dei prossimi giorni”, sostiene Marco Mencini, capo ricerca di Plenisfer, sottolineando che “sul petrolio si temono reazioni nei confronti dell’Iran da parte dell’occidente, un ritorno dell’embargo che porterebbe a ridurre l’offerta. Sul gas la reazione è altrettanto politica” in merito al ruolo del Qatar. Contestualmente, l’Opec+ (l’Organizzazione dei paesi produttori di greggio) ieri ha detto di essere già al lavoro per garantire la stabilità dei prezzi di gas e petrolio.