All’inizio erano stati i russi; adesso, a sabotare il gasdotto Nord Stream, che portava il gas di Mosca in Europa, secondo il Wall Street Journal sarebbero stati gli ucraini, per volontà dell’ex capo di stato maggiore Zaluzhny, ma senza che i vertici di Kiev e Washington ne avessero approvato i piani. La realtà, spiega Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, è che quell’episodio rese evidente l’obiettivo che gli americani volevano realizzare attraverso la guerra: bloccare la potenza economica europea, che si basava sul gas russo a buon mercato. Ecco come il sabotaggio e le sanzioni hanno ridotto il peso dell’UE, senza che la dirigenza di Bruxelles muovesse un dito per tutelare i suoi interessi.



Dopo mesi a sostenere che il Nord Stream, il gasdotto che trasportava il gas russo in Europa, è stato danneggiato dai russi, ci dicono che la colpa è del generale Zaluzhny. Cosa ha significato realmente quella operazione per l’Europa?

Basta un dato: oggi l’Italia paga il gas 40 euro a megawattora, gli USA 7. La sintesi è questa: senza il gas russo a buon mercato, le potenze manifatturiere europee, Germania e Italia, soffrono la deindustrializzazione. Vogliamo dire che la Turchia produce più acciaio della Germania perché riceve il gas russo? Ormai il quadro è abbastanza chiaro.



Quello che è uscito sulle responsabilità relative al sabotaggio del Nord Stream, pur incompleto, ribalta la narrazione mainstream fornita finora.

Dopo l’esplosione, tutti gli opinionisti al servizio di NATO e americani dicevano che erano stati i russi. Oggi, dopo che le indagini sono state fatte da Danimarca, Svezia e Germania, ci raccontano che sono stati gli ucraini, spinti da Zaluzhny, che sono andati in Polonia a spaccare tutto. Eppure ci sono alcune Marine che hanno capacità subacquee importanti: le hanno gli angloamericani, i norvegesi, i polacchi e gli svedesi. Il Nord Stream esplose lo stesso giorno in cui in Polonia veniva inaugurato il gasdotto che portava il gas norvegese, un collegamento naturalmente alternativo al Nord Stream. Questa vicenda dimostra anche che l’Occidente ha perso di vista la libertà di informazione: non per niente la Georgia ha superato un sacco di paesi europei da questo punto di vista.



Anche adesso, insomma, sul sabotaggio non ce la vogliono raccontare giusta?

Ci vogliono raccontare cose che sapevamo. Chi le ha riferite in precedenza, però, veniva bollato come putiniano. I polacchi allora hanno festeggiato: Varsavia non ha mai nascosto la sua ambizione di diventare l’hub del gas dell’Europa, rimpiazzando la Germania. Appena esplose il gasdotto, l’ex ministro degli esteri Sikorski, polacco, oggi tornato a essere ministro, pubblicò su Twitter una foto con la bolla di gas che usciva dal mare con un commento: “Grazie USA”. Poco dopo l’esplosione, Liz Truss, allora premier inglese, mandò un messaggio con il telefonino a Blinken con scritto “It’s done”, cioè “È fatto”. I russi lo intercettarono e lo resero pubblico. Londra disse che si trattava di una fake news di Mosca, ma la Truss smise di fare il premier, con un mandato durato appena due mesi, e si dimise da presidente del partito conservatore. Sarà un caso.

La Germania è il paese che ha subito maggiormente i danni di quella operazione. Perché non si è mai ribellata a un blitz che la danneggiava così fortemente?

Ha subito il più grave attacco dopo la Seconda guerra mondiale, che ne ha distrutto il primato economico in Europa e il ruolo di grande potenza industriale. Ma non se la prende con gli angloamericani e neanche con gli ucraini; anzi, continua a fornire loro armi. Evidentemente è governata da masochisti o è ben contenta di essere in piena recessione e deindustrializzazione. L’idea poi che Zaluzhny organizzi un’operazione senza che ne sappia niente il capo delle Forze armate ucraine, il presidente Zelensky, fa ridere i polli.

Fa ridere pensare anche che non ne sapessero niente gli americani?

Anche l’operazione a Kursk è chiaro che è stata coordinata con gli americani. Ci trattano come se fossimo dei deficienti: tutto questo copre di ridicolo l’Occidente e i suoi governi, ma anche l’informazione e soprattutto la Germania. Se dovesse prendere atto di quello che è successo, dovrebbe uscire dalla NATO, rafforzare le sue difese ai confini polacchi e minacciare l’Ucraina di guerra. Se il capo di stato maggiore ucraino ha messo a punto un piano del genere, e ovviamente il suo presidente non poteva non saperlo, dovrebbe fare così. Vogliamo dimenticare le dichiarazioni di Biden e di Victoria Nuland (ex sottosegretaria di Stato USA, ndr)? Hanno detto in più occasioni che se la Russia avesse invaso l’Ucraina, il Nord Stream non ci sarebbe più stato. Se scopri che i tuoi alleati sono i tuoi più grandi nemici, ne dovresti prendere atto.

Come l’economia europea è stata danneggiata anche dalle sanzioni contro i russi?

Hanno permesso alla Russia di prodursi quello che prima importava. Nel rapporto che Chemezov, ad di Rostec, colosso dell’industria della difesa, ha inviato a Putin, ha spiegato i progressi per realizzare la componentistica che prima veniva importata e che ora con le sanzioni non può più arrivare dall’estero.

Per la UE, intanto, il mercato russo non esiste più. È un elemento sottovalutato?

Queste sanzioni erano mirate a distruggere l’Europa. Nel mio libro L’ultima guerra contro l’Europa parlo proprio di questo. Il conflitto è voluto dagli angloamericani per distruggere il primato economico della UE, colpendola nei due gangli fondamentali che la portavano a essere la più grande potenza economica del mondo: l’accesso a fonti energetiche infinite a prezzo stracciato, grazie all’accordo con la Russia, e di conseguenza la capacità di realizzare prodotti competitivi, perché il basso costo dell’energia permetteva di produrre a prezzi contenuti.

La guerra e l’interruzione del gas russo sono un danno per tutto l’export europeo?

Abbiamo deciso di sanzionare la Russia, con la quale noi commerciavamo alla grande, e gli USA no. Gli Stati Uniti applicano sanzioni non ai paesi con i quali commerciano loro, ma a quelli con cui commerciamo noi, come l’Iran e la Russia.

Le nostre merci non solo non vanno in Russia, ma non vanno più da nessuna parte?

Costano troppo. Se la Turchia produce più acciaio dei tedeschi, vuol dire che il prodotto turco in acciaio è competitivo. E con questo materiale si fanno i carri armati ma anche le pentole. La pentola turca, fatta con il gas russo a basso costo, è vincente rispetto alla pentola tedesca. È il suicidio dell’Europa e della Germania, guidata dal governo Scholz, il più incapace della sua storia dal 1945 in poi. Con questa classe dirigente, anche europea, noi siamo candidati al disastro: lo dicono tutti gli esperti di energia.

In cosa ha fallito la UE?

Le politiche green sono fallimentari, la politica energetica nei confronti della Russia è stata fallimentare: nonostante tutto, Mosca è il primo fornitore di gas in Europa, soprattutto con il gas liquido. La Francia è il più grande acquirente di GNL russo, pagato molto più di prima perché liquido. E a fine anno gli ucraini interromperanno anche l’ultimo gasdotto che ci porta 40-42 milioni di metri cubi di gas ogni giorno, da Gazprom. A fine anno Kiev non rinnoverà il contratto per il passaggio del gas che in parte arriva anche in Italia. Uno scenario imbarazzante, che dimostra il livello inaccettabile della classe politica europea.

Il declino economico europeo, insomma, è assicurato?

Tutti gli esperti dicevano che per fare a meno del gas russo c’era bisogno di una conversione in 8-10 anni. Abbiamo voluto farla in due e non ci siamo riusciti: ancora oggi la Russia è il più grande fornitore di gas dell’Europa. In più, gli americani si sono affrettati a fare una legge contro l’inflazione che fa ponti d’oro alle aziende tedesche o europee che portano la produzione negli USA, con lo slogan “Venite da noi che l’energia costa molto meno”. Ma questo è successo perché ci hanno fatto fare la guerra ai russi. Nonostante questo, l’Europa li ha seguiti.

(Paolo Rossetti)

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