L’Europa viaggia verso il razionamento del gas. Malgrado il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, sottolinei che la situazione rimane sotto controllo, cresce il timore nei confronti di un possibile stop totale alle forniture da parte della Russia e questo scenario, secondo uno studio del think tank “Bruegel”, genererebbe un’unica conseguenza. Quale? “La sostituzione del gas russo con quello liquefatto ha raggiunto il suo limite e le minori importazioni dalla Russia possono essere colmate soltanto riducendo la domanda”.
“La Stampa” riporta le parole pronunciate dalla commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, secondo cui il razionamento del gas “dovrebbe iniziare già oggi. Si tratta di risparmio preventivo e dovrebbe riguardare sia l’industria che le famiglie per evitare carenze in inverno e una situazione in cui sarà necessario ridurre alcuni settori industriali. Diamo la priorità alle attività che permettono un risparmio energetico”. Sino a questo momento da Mosca è arrivato un taglio totale alle forniture di gas a Polonia, Olanda, Grecia, Bulgaria, Finlandia e Danimarca, riducendole a Repubblica Ceca, Austria, Germania, Slovacchia, Italia e Francia.
GAS, EUROPA VA VERSO RAZIONAMENTO: SI RIAPRE IL GIACIMENTO DI GRONINGEN?
La Commissione Ue, aggiunge ancora “La Stampa”, sta monitorando la situazione gas e facendo pressione sui Paesi Bassi affinché possano riprendere le estrazioni in caso di emergenza, dato che “nel Nord, al largo di Groningen, c’è il giacimento più grande d’Europa, dentro il quale ci sono ancora 450 miliardi di metri cubi di gas. Esattamente il triplo di quanto l’intera Ue ha importato lo scorso anno dalla Russia”.
Si tratta, più dettagliatamente, di un giacimento attivo sin dagli anni Sessanta, ma dal 2013 il governo olandese ha ridotto l’attività estrattiva e punta a interromperla del tutto entro il 2023, poiché dà origine ad alcune scosse di terremoto che hanno arrecato numerosi danni alle abitazioni dei residenti della zona, già risarciti con 1,5 miliardi di euro sino a questo momento. Tuttavia, in caso di allarme rosso, il segretario di Stato per l’industria estrattiva, Hans Vijlbrief, non avrebbe dubbi sul da farsi: “Se fosse in gioco la sicurezza delle persone e ci troveremmo costretti a non avere più il gas per riscaldare gli ospedali o per cucinare, allora dovremmo riparlare del possibile utilizzo del giacimento di Groningen”.