La guerra in Ucraina fin dalle sue primissime battute ha aperto un fondamentale problema per tutti i paesi europei, ovvero le forniture di gas. Una situazione che, dopo un periodo in cui sembrava tragicamente irrisolvibile con il rischio di lasciare al freddo tutta Europa per un inverno, è stata poi progressivamente risolta grazie ad accordi internazionali che hanno aperto nuove vie di fornitura.



Così, dopo vertiginosi aumenti di prezzo, il gas si è assestato e, grazie anche a temperature stranamente miti, l’Europa ha superato il temuto inverno del 2022. Il freddo ha poi lasciato spazio al caldo portando i cittadini europei a dimenticare, anche se per breve tempo, quelle crisi. Nonostante tutto, però, nei mesi i prezzi hanno continuato incessanti la loro altalena, tra aumenti e ribassi che hanno creato diverse criticità. Ora, con la fine dell’estate sempre più vicina e il ritorno del freddo, che potrebbe non essere più mite, si torna a parlare del gas, con un particolare occhio di riguardo per il suo prezzo, che potrebbe toccare picchi maggiori dello scorso anno, senza i giusti interventi, ed ovviamente senza la collaborazione della popolazione.



La strategia europea contro una (nuova) crisi del gas

Insomma, questo inverno la situazione del gas rispetto allo scorso potrebbe non essere così differente, dato che gli aumenti e le diminuzioni dei prezzidal fabbisogno e dalla domanda. Se in tutta Europa la richiesta aumentasse, per esempio, i prezzi schizzerebbero alle stelle, anche se non sono più fissati dal volere vendicativo di Vladimir Putin.

Al fine di contenere eventuali crisi del gas, l’Europa da tempo si sta organizzando per riempire i livelli degli stoccaggi, che sarebbero utili contro aumenti repentini della domanda, ma non per contenere gli aumenti di prezzo. Complessivamente, secondo il quotidiano francese Le Figaro, in media gli stock europei sono attualmente pieni all’89,75% con la Croazia che ha raggiunto il 96%, mentre la Lettonia è ancora ferma al 76%. Oltre a questo, una strategia che sempre più paesi europei stanno adottando, è quella di riaprire le estrazioni locali di gas, idea già proposta dal ministro Pichetto Fratin e recentemente rilanciata anche dal premier francese.