Un nuovo serbatoio di stoccaggio del gas potrebbe essere la soluzione che salverà l’Italia dai rigori dell’inverno alle porte e consentirà di limitare i danni per quanto concerne il delicato argomento del caro bollette? Un interrogativo che non si pone solo la stampa nazionale, ma che ha trovato spazio anche in seno al governo, con il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che – secondo “Il Messaggero” – avrebbe già imbastito il discorso con Giorgia Meloni, indiziata numero uno a ricoprire la carica di primo ministro, dopo il successo elettorale ottenuto da Fratelli d’Italia alle urne lo scorso 25 settembre.
Non è dato sapere quale sia stata la reazione di Meloni di fronte a questa proposta, che comunque dovrà essere valutata attentamente in ogni suo aspetto, a cominciare da quelli più tecnici per proseguire con quelli connessi alle tempistiche di realizzazione. Tuttavia, un serbatoio di stoccaggio di gas aggiuntivo permetterebbe al nostro Paese di disporre di 7 miliardi di metri cubi in più di metano, utili ad affrontare eventuali scenari emergenziali connessi alla carenza di materia prima.
NUOVO SERBATOIO DI STOCCAGGIO DEL GAS IN ITALIA? L’ENI CONFERMA LA POSSIBILITÀ…
Come evidenziato anche da “Riparte l’Italia”, con un nuovo serbatoio di stoccaggio, l’Italia potrebbe addirittura superare la capacità di stoccaggio propria della Germania (circa 24 miliardi di metri cubi) e permetterebbe di allontanare i rischi di un piano di razionamenti difficile da accettare nella stagione più fredda dell’anno. In tal senso, Claudio Descalzi, ad di Eni, a “Il Messaggero” non ha escluso tale ipotesi: “Abbiamo la possibilità di aumentare gli stoccaggi di 5-6-7 miliardi, perché abbiamo molti campi esauriti che possono essere trasformati in stoccaggio, per avere un polmone molto più importante, che ci dia una ridondanza nell’infrastruttura”.
Si parla di un nuovo serbatoio di stoccaggio del gas nello Stivale perché quelli attualmente presenti sono pieni per il 93%, con 18 miliardi di metri cubi incamerati, ma non c’è sostanzialmente più spazio nei 13 siti di Stogit, nei 3 di Edison e in quello di Italgas, soprattutto in caso di gelo intenso e di contestuale stop delle forniture da parte della Russia di Vladimir Putin.