Il divieto permanente di importazione di gas dalla Russia, che è stato proposto dal Parlamento europeo, va eliminato. A suggerirlo è la Commissione Ue, che è invece a favore di una soluzione meno restrittiva, proposta dal Consiglio Ue. L’idea è di introdurre per gli Stati membri la possibilità di decidere un divieto temporaneo riguardo l’importazione di gas russo e dalla Bielorussia, se dovesse essere necessario “per tutelare i loro interessi essenziali di sicurezza“. Questo quanto riportato in una bozza di lavoro che è stata visionata da Policy Europe.



Si tratta di una ipotesi di compromesso da parte della Commissione europea nell’ambito dei negoziati che sono in corso tra Parlamento e Consiglio Ue sul pacchetto di riforma che riguarda il mercato del gas e dell’idrogeno, in vista del trilogo di giovedì prossimo. Rispetto alla proposta originaria del Consiglio Ue, la Commissione europea invita ad allargare la misura anche alle forniture di Gnl (Gas naturale liquefatto). Nel frattempo, ci sono cinque ministri degli Esteri che chiedono di mantenere aperte le linee di comunicazione con la Russia tramite l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), per facilitare un percorso di pace in Ucraina.



5 STATI UE CHIEDONO DI MANTENERE CANALI APERTI CON RUSSIA

I ministri degli Esteri di Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia si sono incontrati mercoledì a Vienna, in occasione del “Central 5”, per discutere di questioni di interesse comune. Tra queste c’è la richiesta di garantire l’operatività dell’Osce, una delle poche organizzazioni paneuropee di cui la Russia fa ancora parte. “Credo che dobbiamo mantenere aperte le necessarie linee di comunicazione e le piattaforme di cui potremmo avere bisogno quando sarà il momento“, ha dichiarato il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg in conferenza stampa.



Pur ribadendo il sostegno all’Ucraina, ha spiegato che si tratta dell’unica piattaforma paneuropea per il dialogo: “Credo che svolgerà e potrà svolgere un ruolo cruciale in futuro“. Anche i suoi omologhi sono dello stesso avviso, nonostante le critiche. Ad esempio, l’Ungheria è stata spesso attaccata per l’approccio più morbido con la Russia, da cui riceve circa l’80% del gas e con cui ha firmato un nuovo accordo energetico a maggio per garantire continuità di forniture di petrolio e gas.