Alessia Rotta, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, è intervenuta in qualità di ospite ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, giovedì 26 maggio 2022. In particolare, l’intervista è stata imperniata sulla questione energetica, sulla quale, in Italia, viviamo un grande ritardo e “va detto che i rincari sono precedenti alla guerra – ha chiarito Rotta –. Il presidente Draghi punta molto sulla Commissione europea per ribadire che i nostri pezzi non possono fluttuare per permettere a qualcuno di speculare. Noi dobbiamo tutelare le nostre imprese affinché rimangano in Italia e dobbiamo aiutare le famiglie in difficoltà. Questa stagione sarà molto lunga”.
Per diminuire la dipendenza dell’Italia dagli altri Paesi per gli approvvigionamenti, a giudizio di Alessia Rotta occorre aumentare la produzione di gas italiano, provvedere alla rigassificazione e “spingere tantissimo sulle rinnovabili: il tema delle comunità energetiche sembra distante, ma in realtà è molto vicino. Stiamo parlando di eolico e di solare. Con questo, pagheremmo quello che consumeremmo e saremmo vicini a queste fonti”.
ALESSIA ROTTA: “GAS ITALIANO È NEL MAR ADRIATICO E IN SICILIA”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, Alessia Rotta ha precisato che fino a luglio di quest’anno servivano 7 anni per autorizzare un impianto eolico in Italia, a conferma delle lungaggini burocratiche che hanno frenato lo sviluppo di questa tematica nel nostro Paese: “Se avessimo fatto quello che avremmo dovuto, oggi saremmo in totale autonomia. Cerchiamo di accelerare, tenendo bene a mente che il processo di transizione non è immediato”.
E, ancora: “Io credo che sia stata presa la strada giusta, perché in questa transizione, ovvero l’abbandono del non rinnovabile per il rinnovabile, non è un cambiamento neutro. Chi detiene le energie fossili, la Russia, farà pesare questo, ma noi abbiamo gas italiano e dobbiamo scegliere per il bene e per l’autonomia energetica. Il gas italiano è nell’Adriatico per esempio e da parte italiana ci sono già estrazioni, ma si può fare meglio e di più. Abbiamo strumenti talmente sofisticati da poter capire quanto possiamo produrre e quali siano i rischi. Anche nel canale di Sicilia c’è un altro grande giacimento”.