MASSACRO A BUCHA: PRESSIONE UE SU EMBARGO GAS ALLA RUSSIA

«Quante Bucha servono prima di passare a un embargo completo su petrolio e gas russi? Il tempo è finito»: così Enrico Letta, segretario del Pd, nel commentare quanto avvenuto nella città del nord-ovest dell’Ucraina. Ue, Nato, Human Rights Watch, G7 ma anche i singoli governi europei: la condanna è unanime alla Russia per gli orrori che stanno emergendo da Bucha, città nella periferia nord di Kiev.



Come purtroppo tristemente noto da qualche ora, l’esercito ucraino tornando nella cittadina occupata per quasi un mese dall’esercito russo, ha scoperto per le strade un massacro indicibile: «ci sono quasi 300 persone sepolte in fosse comuni a Bucha fuori Kiev», denuncia Anatoly Fedorouk, sindaco della cittadina. Non solo, alcuni video in arrivo dall’esercito ucraino mostra le immagini tremende di corpi lasciati per le strade, di vittime di esecuzioni sommarie nei vicoli e di ulteriori fosse comuni. Insomma, Kiev accusa la Russia di aver prodotto a Bucha un massacro sullo “stile” di Srebrenica in Bosnia nel 1995. «È un genocidio deliberato. I russi mirano a eliminare il maggior numero possibile di ucraini. Dobbiamo fermarli e cacciarli via», lamenta il Ministro degli Esteri Kuleba, seguito in “scia” da diversi commenti dei vertici Ue tutti a ferma condanna di Putin e della Russia. Da Mosca il commento ufficiale del Cremlino tende a smentire tutte le accuse – «non abbiamo ucciso civili a Bucha. Foto e video “fake” fatte da ucraini e media occidentali» – ma al momento in pochi a livello internazionale credono alla versione russa. Cresce invece la pressione sull’Unione Europea affinché prenda decisioni anche forti contro la Russia affinché questa guerra finisca al più presto.



LITUANIA PRIMO PAESE A BLOCCARE GAS RUSSIA. DALL’ITALIA…

Tra le ipotesi sul campo cresce sempre di più l’opzione dell’embargo di gas e petrolio alla Russia: non è affatto una soluzione semplice, visto anche quanto avvenuto solo due giorni fa con l’ipotesi di rubinetti chiusi da Mosca qualora non avvenissero pagamenti in rubli (panico in parte rientrato in Europa per la “scappatoia” inserita nel Decreto firmato da Putin, qui tutti i dettagli).

È dunque realmente ipotizzabile imporre un embargo alla Russia per quanto riguarda il gas, così come richiesto da Enrico Letta e diversi altri leader europei? Al momento è solo la Lituania ad aver preso questa decisione netta e clamorosa: «D’ora in poi la Lituania non consumerà un solo centimetro cubo del gas tossico russo. La Lituania è il primo Paese Ue a rifiutare l’importazione di gas dalla Russia», annuncia su Twitter la premier lituana, Ingirda Simonyte. «Siamo il primo paese dell’Ue tra i paesi fornitori di Gazprom a diventare indipendenti dalle forniture di gas russo, e questo è il risultato di un processo coerente di diversi anni di politiche energetiche e decisioni tempestive sulle infrastrutture», ha ricordato in un lungo comunicato il Ministro dell’Energia lituano Dainius Kreivys. Il Paese sul Mar Baltico ha spiegato che i bisogni di gas della Lituania vengono soddisfatti tramite rigassificazione di gas naturale liquefatto che arrivano nella città portuale di Klaipeda. Ma per altri Paesi – come la Germania, come la stessa Italia o la Spagna – è ipotizzabile un embargo totale immediato del gas e petrolio russo? Per il momento la posizione ufficiale di Bruxelles è espressa dalle parole del Presidente del Consiglio Ue Charles Michel: «L’Europa lavora alla messa a punto di nuove sanzioni contro la Russia e a nuovi sostegni all’Ucraina», ha scritto in un tweet, aggiungendo «sono scioccato dalle immagini delle atrocità commesse dall’esercito russo nella regione di Kiev ora liberata. L’Ue sta assistendo gli ucraini e le Ong nel raccogliere le prove da portare nelle corti internazionali». Da qui all’embargo totale del gas russo, la distanza al momento è abissale.