Le importazioni gas russo Gnl in Europa sono aumentate del 18,5% rispetto allo scorso anno. Un dato che è stato evidenziato dal Commissario per l’energia Ue Kadri Simson, nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione dei ministri che aveva come oggetto di discussione proprio la crisi energetica. Se nel 2023 le forniture erano state limitate, soprattutto in alcuni paesi, ora ad alzare la media è stato soprattutto il volume del gas passato nel condotto Turkstream, costruito poco prima dell’inizio della guerra in Ucraina, attraverso il quale la società russa Gazprom rifornisce diversi paesi, in particolare l’Ungheria con la quale ha siglato un contratto a lungo termine, ora rinnovato fino al 2025.



Il Commissario Ue ha però sottolineato la necessità di invertire la tendenza, diminuendo drasticamente le importazioni entro fine 2024. Per questo però serviranno intese tra ministri, che al momento non sembrano facili da raggiungere. La minaccia di una nuova crisi energetica e di un successivo aumento dei prezzi proprio durante il periodo più freddo infatti, sta spingendo molti governi a cercare accordi alternativi che non tengono conto delle nuove sanzioni imposte alle aziende russe dall’Ue.



Ue chiede di diminuire le importazioni di gas russo entro fine 2024, i contratti non hanno rispettato limiti imposti dalle sanzioni

L’unione Europea ha chiesto di diminuire ulteriormente le importazioni di gas russo dopo aver registrato un consistente aumento delle forniture che nel 2024 sono state del 18,5% superiori rispetto al 2023. L’appello del Commissario per l’energia Kadri Simson alla riunione dello scorso 16 ottobre è stato quello di chiedere un accordo tra ministri per invertire la tendenza e rendere ancora più effettive le sanzioni nei confronti delle aziende petrolifere di Mosca. Dal 2022 ad oggi infatti, vari provvedimenti erano stati presi dall’Ue per ridurre i volumi di gas acquistato dalle società russe ma non sono stati rispettati.



L’esperto di programmi energetici Martin Vladimirov, ha dichiarato al quotidiano Euractiv che per rendere effettive le sanzioni, l’Europa potrebbe adottare anche la drastica misura di bloccare completamente le forniture, o ancora peggio, imporre una tassazione aggiuntiva su tutti i prodotti petroliferi che transitano da Turchia e Ucraina considerandoli come russi. Questo però aggraverebbe la situazione dei paesi che attualmente sono dipendenti da queste importazioni perchè sarebbero costretti a rifornirsi da fonti alternative molto più costose.