L’economista Giulio Sapelli ha concesso un’intervista al quotidiano “Il Dubbio”, pubblicata sull’edizione in edicola oggi, giovedì 12 maggio 2022, e nella quale l’esperto si è dichiarato scettico sulla volontà di un embargo su petrolio e gas russo, in quanto non ritiene che il viaggio di Draghi negli Stati Uniti d’America possa favorire un’accelerazione di questa proposta, anzi: pensa che la chiave di volta di un eventuale cambiamento della posizione statunitense e anche di quella ufficiale dell’Ue sulle sanzioni sia in verità nelle mani di Germania e Francia e che tanto Berlino quanto Parigi cercheranno in ogni modo di impedire l’embargo.
“Draghi – ha asserito Sapelli – ha una posizione simile a quella minoranza dell’establishment americano che è a favore delle sanzioni […]. L’arrivo di gas liquefatto americano avrebbe un prezzo oltremodo superiore a quello attuale e questo farebbe aumentare non soltanto il prezzo delle materie prime energetiche, ma anche di quelle alimentari. La posizione del presidente del Consiglio è quindi ininfluente, anche perché l’Italia ha potuto svolgere un certo ruolo fino a quando si è comportata da fedele vassallo atlantico, ad esempio quando Giorgio La Pira andò a parlare direttamente con Ho Chi Min”.
GIULIO SAPELLI: “PER SOSTITUIRE GAS RUSSO SERVE TEMPO”
Nel prosieguo del suo intervento sulle colonne de “Il Dubbio”, Giulio Sapelli ha evidenziato che le sanzioni su petrolio e gas avrebbero effetti devastanti sul sistema industriale italiano e farebbero tornare indietro il Belpaese di dieci anni: “Basti vedere cosa succede all’Ilva, che ha praticamente smesso di produrre acciaio. La via è quella di aumentare la produzione nazionale e, come ha detto anche l’Europa, di riattivare le centrali a carbone. Il gas liquefatto statunitense è l’ultima delle opzioni, anche perché i rigassificatori che abbiamo sono ottimi e funzionano bene, ma sono pochi”.
Per sostituire il gas russo, ha ancora aggiunto Sapelli, ci vuole tempo: si parla di almeno cinque o sei anni per giungere alla quantità di gas che arriva oggi in Italia dal Paese sovietico. Anche per sfruttare il giacimento egiziano scoperto da poco da Eni ci vorrebbero almeno due anni. E le fonti rinnovabili? “Con il vento e con il sole riscaldiamo l’acqua, ma non riusciamo certo a fare un’operazione chirurgica. La migliore forma di risparmio energetico è spegnere i telefonini almeno cinque o sei ore al giorno”.