Sono rivelazioni scioccanti quelle che ci arrivano questa mattina sulle colonne della Gazzetta dello sport, a cui lo stesso tecnico dell’Atalanta Gianpiero Gasperini ha confessato di aver avuto il coronavirus. L’allenatore di Grugliasco, dal 2016 a Bergamo a seguito della formazione nerazzurra, ha infatti ammesso di aver contratto il covid 19 già negli ultimi giorni di febbraio-inizio di marzo, ma di essersene reso conto solo successivamente in seguito all’esecuzione di test sierologici, che hanno confermato la presenza di anticorpi specifici. Una rivelazione scioccante (anche se non certo la prima del mondo del calcio), che si unisce al racconto dei drammatici momenti della malattia e del dolore pure della stessa città di Bergamo, tra le più colpite in Italia dalla pandemia. Il racconto fatto sulle colonne della rosea è toccante: “Ho avuto anch’io il Covid 19 quando siamo tornati dalla trasferta Champions di Valencia ero a pezzi, di notte sentivo le sirene e pensavo: non posso andarmene proprio ora. Il dolore della città, la riconoscenza verso le persone ci spingerà in Champions League”.
GASPERINI: “ERO A PEZZI, HO PENSATO ALLA MORTE”
Ma Gianpiero Gasperini va oltre, andando a raccontare per filo e per segno quanto è occorso in quei drammatici giorni tra fine febbraio e inizio marzo, quando la pandemia è esplosa in Italia e lui con la sua Atalanta è tornato in una Bergamo fantasma, dopo l’aver ottenuto l’accesso ai quarti di finale della Champions league, battendo il Valencia. Il tecnico della Dea ha infatti dichiarato: “Il giorno prima della partita di Valencia stavo male, il pomeriggio della partita peggio. In panchina non avevo una bella faccia. Era il 10 marzo. Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l’avessi avuta a 40. Ogni due minuti passava un’ambulanza. Lì vicino c’è un ospedale. Sembrava di essere in guerra. Di notte pensavo: se vado lì dentro, cosa mi succede? Non posso andarmene ora, ho tante cosa da fare… Lo dicevo scherzando, per esorcizzare. Ma lo pensavo davvero”. Ma presto per fortuna lo stesso allenatore nerazzurro si è sentito meglio: i primi allenamenti ma pure anche la perdita del gusto, e la paura di contagiare la sua famiglia, fino alla certezza, solo dieci giorni fa, di aver avuto il coronavirus.
GASPERINI: “IN CAMPO PER LA CITTA'”
Ma ora questo terribile incubo pare ormai alle spalle e Gasperini, assieme i suoi giocatori è impaziente di riprendere la stagione, per dare alla sua Bergamo di nuovo il sorriso. L’allenatore ha infatti dichiarato: “Alcuni pensano che tornare in campo sia immorale dopo quanto sia accaduto e davanti al rischio che possa ripetersi. Ma è l’unico modo per riprendere verso la normalità. Il dolore subito da Bergamo permetterà all’Atalanta ad aiutare la città, nel rispetto del dolore di tutti”. Parole chiare che però vanno contro a quanto chiesto tempo fa (ma pure ribadito da altre tifoserie) da parte dei gruppi di tifosi bergamaschi, di stoppare definitivamente la stagione. E nell’intervista, e sulla ripartenza della Serie A, ormai prevista solo tra pochi giorni, il tecnico ha pure aggiunto: “I lupi sono affamati. Potremmo giocare anche domani. Anche nel momento più cupo hanno pensato solo a riprendere. Sono orgoglioso di questa Atalanta”.