GASPERINI E L’ADDIO DI PAPU GOMEZ

“Non ho mandato via io Gomez”. Con queste parole Gian Piero Gasperini è tornato sull’argomento che è stato profondo oggetto di discussione in Italia, almeno per quanto riguarda il mondo del calcio, nel corso di autunno e inverno: il clamoroso addio di Alejandro Gomez, per tutti Papu, dall’Atalanta di cui è stato il trascinatore e capitano, il giocatore che più di tutti ha incarnato lo spirito di una squadra che, dalla periferia e provincia della Serie A, è arrivata a un secondo dalla semifinale di Champions League. Della vicenda sappiamo tutto o quasi: quello che davvero è capitato non è di nostra competenza.



I due diretti interessanti non hanno mai fatto trapelare qualcosa di sostanziale e Gasperini, ancora una volta e nel corso di un’intervista a Radio Deejay, ha voluto mettere i puntini sulle i sostenendo di non avere responsabilità nella cessione del fantasista argentino al Siviglia. A dire il vero però non ha aggiunto informazioni: “Gli sarò sempre grato per quello che abbiamo fatto in questi anni” e fine del discorso, prima di dire che “se non mi cacciano resterò a Bergamo a lungo, ma dieci partite sono tante”. Poi l’allenatore dell’Atalanta si è concentrato su altro, come la partita contro il Real Madrid che aveva preparato per giocarsela nel secondo tempo, salvo poi vedersi rovinati i piani.



GASPERINI SU PIRLO

Poi Gian Piero Gasperini ha parlato di Andrea Pirlo, altro tema di discussione: un grande allenatore in divenire o un azzardo che la Juventus ha pagato a caro prezzo? Per l’allenatore dell’Atalanta è questione di gavetta: “Magari alla Juventus hanno l’idea che Pirlo possa diventare un grande allenatore, ma è un mestiere per il quale ti devi formare”. I bianconeri, secondo il Gasp, hanno forse una fiducia smisurata nel bresciano perché è un ex giocatore del club, ma secondo l’attuale tecnico della Dea, che peraltro dalla Juventus è passato e anche a lungo, bisogna percorrere tutti gli scalini. Quello che ha fatto lui, che appunto ha preso in mano le giovanili bianconere per poi avere l’occasione a Crotone, panchina che lo ha lanciato verso il Genoa e da qui a diventare uno degli allenatori più stimati in Italia, se non altro quello che gioca il calcio più interessante e propositivo. Pirlo invece è stato messo sulla panchina della squadra reduce da 9 scudetti consecutivi senza aver mai allenato, nemmeno una selezione giovanile: questo ovviamente non significa che il fallimento o i risultati non troppo positivi fossero già scritti, ma semplicemente (almeno così pensa Gasperini) che il fatto che le difficoltà potessero arrivare era da mettere in conto.

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