Gatta contro Nordio sulle intercettazioni
La polemica che si sta creando attorno al sistema delle intercettazioni è piuttosto nota e ultimamente ha segnato il suo ultimo punto. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, infatti, in Commissione Giustizia al Senato ha nuovamente proposto uno smantellamento del sistema, intriso dagli abusi. Contro questa tesi, però, si sarebbero espressi diversi esperti, tra i quali Gian Luigi Gatta, l’ex consigliere giuridico di Marta Cartabia, nonché professore ordinario di diritto penale a Milano.
Secondo quanto spiegato da Gatta in sede della Commissione Giustizia, alla presenza dello stesso Nordio, la sua teoria secondo qui il sistema delle intercettazioni sia abusato è smentita dai numeri. Secondo il Ministro, infatti, le intercettazioni sarebbero aumentate negli ultimi anni, ma l’ex consigliere di Cartabia ha spiegato che in realtà nell’ultimo anno sono diminuite. “Nel 2013 erano stati 141.169”, spiega Gatta, rispondendo a Nordio, “mentre nel 2021 sono state 94.800” come nel 2004, che rappresenta il primo anno disponibile a livello di dati. Parlando dei Trojan, invece, che secondo il Ministro sono un sistema incivile, secondo il professore di Diritto rappresentano in realtà solamente il 3% di quelle totalmente collezionate.
Gatta sulle intercettazioni: “Si indaghino gli abusi”
Sempre durante la Commissione, cercando di smontare la tesi del Ministro Nordio, il professor Gatta ha anche spiegato che “non vedo una particolare esigenza di ridurre il novero dei reati”, soggetti a intercettazioni, “che sono già molto gravi, men che meno riguardo alla corruzione: qui rischieremmo di andare in contrasto con le convenzioni internazionali”.
Sulle pagine del quotidiano Il Dubbio, inoltre, Gatta spiegando ancora il suo intervento contro Nordio, ha detto che servirebbe “discutere in modo costruttivo, migliorando il sistema” delle intercettazioni. In prima istanza, spiega, sarebbe importante “valutare se le criticità, vere o presunte, dipendono dalle norme vigenti o, piuttosto, da comportamenti di magistrati, polizia giudiziaria, avvocati e giornalisti. Bisogna mettere a fuoco, problema per problema, se dipenda dalle regole o dalla loro violazione, cioè da comportamenti che vanno controllati e sanzionati nelle sedi competenti, anche disciplinari”, spiega Gatta, rispondendo ancora alla proposta di Nordio. Il “dibattito sulla giustizia”, conclude, “è auspicabile [che passi dal] terreno del confronto, non dello scontro. I temi della giustizia sono tanto rilevanti quanto complessi, sul piano tecnico, e male si prestano a semplificazioni eccessive. Per questo penso che sia opportuno evitare ogni forma di scontro e confrontarsi su proposte di interventi normativi“.