Il New York Times, autorevole quotidiano d’oltre oceano, punta il dito nei confronti delle foto dei nostri amati gattini, pubblicate a milioni sui social. Il motivo? Spesso e volentieri questi scatti all’apparenza teneri e innocui, nascondono in realtà dei link e dei rimandi ad altri siti: un vero e proprio specchietto per le allodole quindi. Il NYT denuncia infatti che dietro queste foto si nascondono persone e organizzazioni che vendono false informazioni online. I post in se non sono nocivi, in quanto semplici immagini di gattini, ma attirando gli amanti degli animali puntano a reindirizzare l’utente medio verso una pubblicazione o un sito che diffonde teorie complottistiche come ad esempio frodi elettorali, false cure per il coronavirus, e in generale teorie di cospirazione senza alcun fondamento.
Melissa Ryan, amministratore delegato di Card Strategies, ha spiegato che questo tipo di “esca per il coinvolgimento”, come si legge su Dagospia, avrebbe aiutato molti attori della disinformazione a generare click sulle proprie pagine, e guadagnare così visibilità. “La strategia funziona – ha proseguito la Ryan – perché le piattaforme continuano a premiare il coinvolgimento su tutto il resto, anche quando quel coinvolgimento viene da” pubblicazioni che mostrano anche contenuti falsi o fuorvianti. Leader di questa usanza, come scrive il New York Times, sembrerebbe essere Epoch Media, una società che nell’ultimo anno ha pubblicato ben 12.062 post sulle sue 103 pagine Facebook con animali carini, scatti che in totale hanno accumulato quasi quattro miliardi di visualizzazioni.
GATTINI SUI SOCIAL, LE FOTO SONO SOLO DEGLI SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE: “PANE QUOTIDIANO”
“Respingiamo qualsiasi accusa del New York Times di fuorviare qualsiasi visitatore, ma non ne siamo sorpresi”, hanno comunque fatto sapere da Epoch. Facebook, ovviamente, non può nulla contro questi scatti, in quanto gli stessi rappresentano solamente delle belle immagini di gattini e animali vari, ma è anche vero che il social ha eliminato negli ultimi tempi centinaia di account affiliati ad Epoch, quando gli stessi violavano le sue politiche di “comportamento inautentico coordinato”.
“Abbiamo intrapreso azioni di contrasto contro Epoch Media e gruppi correlati già diverse volte”, ha detto Drew Pusateri, un portavoce di Facebook. “Se scopriamo che si stanno impegnando in azioni ingannevoli in futuro, continueremo a farle rispettare”. Rachel E. Moran, una ricercatrice dell’Università di Washington, ha concluso: “Immagini di animali carini e video di momenti salutari sono il pane quotidiano dei social media, e sicuramente non incorreranno in nessun rilevamento algoritmico di moderazione dei contenuti”.