Non sono stati mesi facili per Gennaro “Ringhio” Gattuso: prima la stagione da separato in casa al Napoli, poi il passaggio alla Fiorentina e la clamorosa uscita di scena neanche un mese dopo; infine, sfuma anche il passaggio al Tottenham del nuovo dirigente Paratici per via di appelli dei tifosi sui social che identificano l’ex numero 8 del Milan come un «omofobo razzista». Meno male che con la vittoria in Finale Europei l’Italia ha in qualche modo “vendicato” Ringhio sul calcio inglese, ma il dente avvelenato e la delusione sono ancora fortissimi: «Più che felice sono stato orgoglioso. Siamo riusciti a prenderci la coppa non con il nostro stile. Nella finale è stata l’Inghilterra a giocare all’italiana. Mancini ha invece preso una direzione diversa. La sua intuizione è stata sorprendente per noi e per gli avversari. Mai visto in azzurro un centrocampo tecnico come quello con Barella, Jorginho, Verratti, Locatelli e gli altri. Mossa rivoluzionaria e vincente», racconta al “Messaggero” l’ex capitano del Milan.



Dalle soddisfazioni alle delusioni, e pure cocenti, personali: «La delusione (per il Tottenham, ndr) è stata grande. Mi hanno descritto in modo diverso da quello che sono. E non c’è stato niente da fare. Il mio dispiacere è di non aver avuto la possibilità di difendermi. Di spiegare che quello raccontato dalla gente in Inghilterra non ero io. Ho dovuto accettare una storia che mi ha fatto male più di qualsiasi sconfitta o esonero. Ed è accaduta in un momento in cui nessuno vuole prendere atto della pericolosità del web». spiega l’ex allenatore del Napoli, raggiunto durante le vacanze “forzate” con la famiglia. Le cattiverie sui social che da tempo hanno ‘obbligato’ la vita privata di Gattuso ad essere assai più “privata” di tanti suoi colleghi sportivi: «Certe cattiverie vengono da Facebook e Twitter dove è possibile dar forza a qualsiasi falsità. Io non ho alcun profilo. E non li voglio avere. Nemmeno Monica li ha. Perché mi dovrei fare insultare per qualsiasi cosa? Non ho nemmeno Instagram. Non capisco, se bevo una bottiglia di vino, quale sia il motivo di scattare una foto per farlo sapere ad altri. Sono fatti miei».



GATTUSO E IL FUTURO (SENZA SERIE A)

Ma qualche sassolino dalla scarpa sul calcio britannico – che pure ama alla follia, come attestano i primi anni di carriera ai Rangers Glasgow prima di approdare a Salernitana – Ringhio se lo vuole togliere: «Penso che ovunque bisogna essere coerenti. Non si può chiedere di inginocchiarsi contro il razzismo prima della partita e subito dopo insultare i tre giovani giocatori che hanno sbagliato i rigori davanti a Donnarumma. Gli inglesi hanno sempre saputo perdere. Stavolta no. Forse erano sicuri di vincere. Nessuno ha mai avuto dubbi sulla loro correttezza, ma hanno scritto una brutta pagina per la loro nazione». Mentre sulla Fiorentina il discorso è chiuso a 8 mandate e “Rino” non ammette repliche – «Meglio lasciar stare, se n’è parlato anche troppo. Inutile aggiungere altri particolari. Storia finita» – la delusione per non essere su una panchina ad inizio anno è tanta e la ferita del Tottenham si fa ancora sentire. «Quest’ anno sarà proprio un gran bel campionato. Anche difficile. Le big hanno cambiato quasi tutte in panchina. Entrano in scena personaggi di primo piano. Tecnici che hanno vinto»: Gattuso avrebbe voluto inserirsi nei vari Mourinho, Allegri, Sarri, ma anche Spalletti, Inzaghi e Pioli e invece per il momento dovrà guardare il tutto dal divano di casa, in attesa di qualche chiamata magari anche dalle Nazionali «mi piacerebbe sì e sono pronto, anche se preferisco comunque il lavoro quotidiano in un club»..

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