Gaza: liberato dall’Idf un ostaggio che da 326 giorni era caduto in mano ad Hamas
Da Gaza arriva (una volta ogni tanto) una buona notizia con l’annuncio da parte dell’Idf di Israele della liberazione di un ostaggio che da quasi un anno era nelle mani di Hamas, rapito assieme ad altri 250 concittadini nei violenti attacchi del 7 ottobre che avevano dato il via a questa nuova – più distruttiva delle altre – fase dell’eterna guerra israelo-palestinese: si tratta del 52enne Qaid Farhan al-Qadi, rapito dal Kibbutz Magen e residente in una piccola comunità di beduini della città israeliana di Rahat.
Qaid Farhan al-Qadi è stato individuato in un tunnel di Hamas a Gaza in una – citando Daniel Hagari, portavoce dell’Idf – “coraggiosa e complessa” missione coordinata tra il comando meridionale dell’esercito ebraico, la sua 162esima divisione e lo Shin Bet: l’ostaggio – nonostante i 326 giorni di prigionia – era vivo e in buona salute, ma è stato precauzionalmente ricoverato allo Soroka Medical Center israeliano per dei controlli di routine; mentre ora la speranza è che possa fornire qualche informazione utile sulla posizione dei palestinesi, sui loro nascondigli e – soprattutto – sugli altri ostaggi in mano ad Hamas.
L’operazione di salvataggio è stata resa possibile da “informazioni di intelligenze precise” – riferisce ancora il già citato Hagari -, mentre il suo ritorno in patria è stato accolto come un vero e proprio successo dalla popolazione, riaprendo alle speranze (che si affievoliscono sempre di più con l’intensificarsi del conflitto) che si possano trovare in vita anche gli ultimi 69 ostaggi: l’Idf ipotizza che in totale Hamas detiene ancora 103 persone, delle quali almeno 34 risultano morte.
Il Forum delle famiglie degli ostaggi: “Felici per la liberazione di al-Qadi, ma ora serve un accordo”
“Mi congratulo con le Idf, lo Shin Bet e tutti i servizi di sicurezza – ha commentato il presidente israeliano Isaac Herzog dopo il ritorno dell’ostaggio in Israele – e mando le mie benedizioni alla sua famiglia”, sottolineando che si tratta di “un momento di gioia per lo Stato di Israele e per la società israeliana nel suo complesso” e dicendosi anche “felicissimo” per il successo ottenuto dai militari di Tel Aviv.
Uno dei fratelli di Qaid Farhan al-Qadi – invece -, raggiunto dai media israeliani ha auspicato di “vedere perso in salute” il 52enne, ringraziando “Dio” per quelle che definisce una notizia migliore “persino dell’arrivo di un neonato” e dicendosi “grato a tutti” quelli che hanno contribuito alla sua liberazione da Gaza; mentre il Forum delle famiglie degli ostaggi – pur accogliendo a sua volta con serenità l’annuncio dalla sua liberazione – ci ha tenuto anche a ricordare che “le sole operazioni militari non possono liberare i restanti 108 ostaggi” per rilanciare l’importanza di “un accordo negoziato“.