“Mentre la macchina da guerra israeliana stermina tutto quello che incontra impunemente, io mi domando: i gruppi armati – sostenuti dall’Iran – non avevano previsto quali conseguenze si sarebbero abbattute su noi civili? O le conoscevano e ci hanno abbandonato al nostro destino di morte?”: inizia così la lettera di Ahmed Mustafa, da Gaza, pubblicata su Facebook. “A quanto leggo, sembra che ai gruppi armati – Hamas e il Jihad islamico – andasse bene l’ingresso dell’esercito israeliano nel cuore di Gaza City, tanto i tunnel sono per loro, la leadership è in salute e i miliziani combattono una guerra feroce per la quale però si sono preparati a lungo, una guerra che durerà molto” prosegue.



“Ma noi palestinesi non siamo stati considerati nei piani dei gruppi armati, non abbiamo trovato posto nei loro calcoli. Se avessero pensato anche a noi civili, come minimo avrebbero fatto scorta di provviste e non ci avrebbero lasciato senza cibo, acqua e medicine già alla prima settimana” prosegue nella lettera il giovane palestinese. Cecilia Sala, su Il Foglio, spiega che al momento Al Jazeera è uno dei pochi media internazionali presenti nella Striscia. Mentre trasmetteva in diretta, un anziano si è avvicinato al microfono dell’inviato e ha urlato: “Non è che gli arabi (governo di Hamas) ci trattino meglio degli ebrei”.



Palestinesi contro Hamas: “Offrite a Israele di liberare gli ostaggi”

In diretta da un ambulatorio dell’ospedale di al Shifa, un altro giornalista di al Jazeera stava intervistando i feriti e i familiari dei pazienti poco prima dell’arrivo degli israeliani. Alla domanda relativa alle bombe sopraggiunte mentre fuggivano verso sud, un uomo ha replicato: “Sì, e non era soltanto una bomba, un quartiere intero è venuto giù, saranno crollate quindici o forse venti case: è un’azione criminale, ma anche la resistenza (Hamas, ndr) perché si nasconde tra le persone comuni? Dovrebbero andare all’inferno a nascondersi, non in mezzo a noi!”.



Ahmed Mustafa, nella lettera pubblicata su Facebook, implora Hamas e invia un messaggio ai sostenitori della causa palestinese fuori dai confini di Gaza. La prima richiesta è ai combattenti: “Offrite a Israele di liberare tutti gli ostaggi, non soltanto i civili ma anche i soldati, e chiedete in cambio un cessate il fuoco garantito dalla comunità internazionale”. E “se l’offerta non fosse sufficiente per fermare la guerra, almeno ci metterebbe nella posizione di negoziare l’apertura del valico di Rafah per i civili, per uscire come viaggiatori e non come rifugiati”. Per Mustafa, il sangue dei palestinesi disarmati vale più dell’ideologia di pochi. Se qualcuno considera questa una resa, “ricordo a quel figlio di put**na che io potrei morire in qualsiasi momento, e non resterò in silenzio per permettere a lui di pontificare ubriaco del mio sangue”, sottolinea Il Foglio.