Incredibile scoperta avvenuta nella giornata di ieri a Gaza: sono state ritrovate delle tombe romane. Come riferito dai colleghi di Euronews il ritrovamento è avvenuto di preciso in quel di Hamas, dove più di 60 tombe sarebbero venute alla luce in quello che appare in tutto e per tutto un antico luogo di sepoltura risalente all’epoca romana. Gli archeologi hanno scavato nel sito da quando lo stesso è stato scoperto a gennaio di quest’anno, in occasione dei preparativi per un progetto abitativo finanziato dall’Egitto.



Gaza, enclave dove vivono circa 2 milioni di abitanti, e famoso purtroppo anche per i tumulti fra israeliani e palestinesi, ha una ricca storia alle spalle grazie alla sua posizione situata sulle antiche rotte commerciali fra l’Egitto e il Levante. Purtroppo però, i continui conflitti che si sono verificati negli ultimi anni, e la rapida crescita urbana, ha distrutto per sempre gran parte dei tesori archeologici nascosti nelle sue profondità.



GAZA, EMERSE TOMBE ROMANE: LA SPERANZA E’ CHE IL SITO POSSA ESSERE MESSO IN SICUREZZA

Fortunatamente non è andata così per le 60 tombe romane di cui sopra, di cui Hiyam al-Bitar, ricercatrive di Gaza, ha spiegato: “Abbiamo collaborato con esperti francesi, tra cui René Elter le autorità francesi per esplorare la natura di questo sito. Sarà l’inizio di scavi che possano identificare un nuovo cimitero archeologico da aggiungere al resto degli importanti siti della Striscia di Gaza”.

La speranza, ovviamente, è che non ri-esplodano le tensioni fra palestinesi e israeliani, soprattutto con l’avvicinarsi del Natale, che potrebbero danneggiare il sito e gli scavi. Come detto sopra, Gaza è ricchissima di storia e di reperti, dagli egizi ai crociati, passando dai filistei e anche da un rapido passaggio della popolazione asiatica. Sono attesi aggiornamenti nei prossimi mesi, con la speranza appunto che il nuovo sito venga messo definitivamente in sicurezza, protetto, e in futuro aperto al pubblico. A febbraio di quest’anno era venuto alla luce un altro cimitero romano, e in quel caso gli archeologi avevano parlato della “scoperta più importante in 10 anni”.