Chi è Gazebo ospite a Arena Suzuki 60 70 80
Parlare di Gazebo, tra i protagonisti di Arena Suzuki 60 70 80 su Rai 1 è sicuramente interessante. Partiamo dalla sua città e data di nascita, Beirut, 18 febbraio 1960, il suo nome all’anagrafe, Paul Mazzolini. Passiamo ai suoi successi canori, indizi indelebili nella memoria collettiva di chi ha vissuto pienamente gli anni ’80 e di chi li ha scoperti in seguito. ‘Masterpiece’, ‘I like Chopin’, ‘Lunatic’ sono un trittico che ha spopolato nei jukebox di quell’epopea dorata, vincendo manifestazioni canore, Dischi di ogni metallo, ovviamente con loro e platino in testa.
Gazebo è un vero interprete di quegli anni, un dandy classico in smoking e frac come lo era il padre di tutti quanto, Brian Ferry, quindi artisti votati ad un pop melodico, intriso di new-wave elettronica, ballate che nel caso del nostro cantante si votavano al lento da pista, il classico ‘lentaccio’ da soffio nell’orecchio. Tanti amori sono nati grazie alle sue canzoni, ma in una recente intervista Gazebo non ha nascosto le frustrazioni di una carriera definibile come ‘Meteora’, visto che negli anni ’90 ha trovato porte chiuse e non è riuscito a proporre cose nuove, solamente riciclaggi dei suoi successi.
Gazebo, com’è nato artisticamente?
Gazebo è cantante per caso essendo nato artisticamente come chitarrista rock e questo ripercorrere la sua carriera ci arriva da recenti interviste dal retrogusto amaro di chi avrebbe voluto essere anche altro e dare di più. Un’icona spenta che si è riaccesa nei medley della sua “golden age” oggi malinconico, ma non domo. Negli ultimi tempi ha partecipato al progetto editoriale del suo storico batterista Marco Zatterin, una collaborazione artistica che nacque alla fine degli anni ’70 quando lui chitarrista e Zatterin batterista partecipavano ai suoni lisergici di una band progressive, come andava in quegli anni in parte influenzati dal rock cosmico e “kraut” tedesco.
Il progetto editoriale si intitola ‘Il gigante del Nilo, libro dal quale è nato un ulteriore costola artistica sempre dedicata all’esploratore Giovanni Battista Belzoni, uno dei padri del viaggio come scoperta e dell’egittologia. Gazebo quindi è impegnato a livello culturale e i suoi detrattori stanno pentendosi di avere snobbato un artista che non era solo interprete di canzonette, ma un vero musicista che chiedeva di poter concedersi chance alternative ai successi, per meglio dire, ai masterpiece della sua carriera.