La misteriosa morte di Angela Maria Raubal detta Geli, giovane nipote di Hitler, torna alla ribalta a distanza di quasi 90 anni grazie ad un libro, “L’Angelo di Monaco” di Fabiano Massimi, divenuto un best seller. Al suo interno la storia di un decesso misterioso ma che potrebbe ora trovare nuove chiavi di lettura. Era il 19 agosto del 1931 quando a Monaco, in Germania, fu trovato il corpo di una bellissima ragazza, riverso in una pozza di sangue nella sua stanza chiusa a chiave dall’interno. Si tratta della giovane Geli, 22 anni, ritrovata senza vita con una pistola in mano. La ragazza abitava nel medesimo appartamento del dittatore tedesco Adolf Hitler ma quello che inizialmente poteva apparire come un caso di suicidio, per i due investigatori chiamati a occuparsi del caso nasconde molto di più, tra dubbi e molteplici lati oscuri. In quel medesimo anno Hitler è il leader politico più chiacchierato del momento, ancora contestato da gran parte del popolo tedesco. Quando la nipote viene trovata morta, lui ha un alibi di ferro: si trova in un commissariato, insieme al suo autista, reo di aver infranto i limiti di velocità di ritorno da un comizio a Norimberga. Nessuno, nel palazzo, sembra aver sentito nulla e quella morte appare sempre di più come il “delitto perfetto”.



GELI, NIPOTE DI HITLER TROVATA MORTA: TRA SUICIDIO E DELITTO PERFETO

Nel libro di Massimi che può a tratti sembrare un avvincente thriller, non c’è altro che la narrazione della vera storia della nipote di Hitler e della sua misteriosa morte. Geli era figlia della sorellastra di Hitler. Tra zio e nipote vi era un rapporto affettuoso. Il dittatore cercò di incoraggiarla negli studi – che poi abbandonò – ma anche come cantante lirica. Erano spesso insieme anche nelle loro uscite pubbliche. Nonostante fosse quello un periodo molto florido per Hitler per la prima volta rimase ossessionato da una donna – oltre alla madre – maturando una vera e propria dipendenza affettiva nei confronti di Geli. Come emerge dal libro di Massimi citato da Il Giornale, per Hitler, “zio Alf” come lo chiama la 22enne, la stessa nipote rappresentava un angelo ma anche una ossessione sessuale. era gelosissimo di chiunque e per lui era diventata la modella che amava ritrarre nuda e verso la quale nutriva delle pulsioni masochiste. L’indagine sulla morte della giovane fu aperta e chiusa nel giro della medesima giornata. Riaperta due giorni dopo e ancora richiusa a distanza di poche ore. Il medico legale che eseguì l’analisi sul cadavere il giorno seguente andò in pensione e gran parte dei testimoni si suicidarono. La tomba della ragazza fu aperta ma trovata vuota.

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