Come capire se siamo stati contagiati dal Coronavirus? Quali sono i reali sintomi che indicano il contagio? Finora abbiamo appreso che i campanelli di allarme più importanti sono tre, ovvero la classica febbre accompagnata da tosse secca e difficoltà di respiro. Tuttavia, ce ne sarebbero altri citati dai Cdc di Atlanta, ovvero i Centers for Disease Control and Prevention che controllano la salute mondiale tenendo conto anche dei numerosi studi finora pubblicati. Come riferisce Corriere della Sera, sarebbero almeno sei i “nuovi” sintomi da non sottovalutare, ovvero: brividi, tremore persistente insieme ai brividi, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola e perdita del gusto e dell’olfatto. Per i Cdc, questi sarebbero i segnali da non sottovalutare quando occorre tracciare le infezioni da Coronavirus. Eppure da questo punto di vista l’OMS, Organizzazione mondiale della Sanità frena, ribadendo che i sintomi principali restano i primi tre sopracitati. Adesso però, la situazione cambia ulteriormente dal momento che giungono importanti suggerimenti dai dermatologi. Secondo il British Journal of Dermatology, non solo i polmoni ma anche la pelle è colpita dal Coronavirus talvolta anche senza altri sintomi concomitanti. La ricerca è stata condotta in Spagna su 375 pazienti che nelle ultime settimane avevano evidenziato eruzioni cutanee inspiegabili tra i positivi al virus e dalle analisi finali sono emerse cinque diverse manifestazioni cutanee.
GELONI E ORTICARIA TRA I NUOVI SINTOMI CORONAVIRUS? LO STUDIO SPAGNOLO
Nel 19% dei casi analizzati sono state descritte lesioni rosso-viola simili a geloni, tipici soprattutto in inverno. Questo problema durerebbe circa 12 giorni e sarebbe legato a forme lievi di Coronavirus, comune soprattutto tra i pazienti giovani. Il 9% da evidenziato eruzioni vescicolari, soprattutto – ma non solo – sul tronco ed in pazienti di mezza età con forme intermedie di Covid-19 ed una durata media di 10 giorni. Ed ancora, nel 19% di casi si è manifestata l’orticaria con aree della pelle bianco-rosa ed una durata dei sintomi di quasi 7 giorni. Nel 47% dei casi relativi a pazienti più gravi sono state evidenziate eruzioni maculo-papulari intorno ai follicoli piliferi. Infine nel 6% lesioni vasculitiche causate dalla compromissione della circolazione dei vasi sanguigni. Sebastiano Recalcati, dermatologo all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, come riferisce Corriere ha commentato lo studio spagnolo definendolo molto completo, “anche se ha un limite importante: solo il 50-60% dei pazienti studiati era risultato positivo al tampone, gli altri avevano una diagnosi clinica di sospetto Covid-19. Del resto in Spagna, come è successo in Italia, si facevano tamponi solo a chi manifestava sintomi importanti”.
Dopo gli ultimi studi, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova è arrivato ad una conclusione: “Il coronavirus è un virus camaleontico. Colpisce molti organi. Il polmone innanzitutto, ma anche il rene, il cuore e le articolazioni. E la pelle, anche se queste manifestazioni non sono fra le più frequenti. Anche il virus dell’influenza fa gli stessi danni: al cervello (encefaliti), al cuore (miocarditi), al fegato (epatiti) e al rene”. Ad intervenire nel dibattito è anche Carlo Federico Perno, professore di Microbiologia all’Università di Milano e direttore della Medicina di laboratorio all’Ospedale Niguarda che ha commentato: “Abbiamo capito che questo virus non colpisce solo i polmoni. Provoca danni alla coagulazione del sangue e ai vasi sanguigni. Stiamo vedendo che questi virus stanno mutando e li stiamo studiando. In altre parole: i virus che sono presenti nel naso e nella gola non sono gli stessi che provocano la polmonite. Quindi le caratteristiche biologiche del virus hanno a che fare con l’evoluzione dell’infezione. Su questo stiamo focalizzando le nostre ricerche”.