I gemelli Lydia e Timothy sono nati lo scorso 31 ottobre da alcuni embrioni congelati nel 1992: hanno, dunque, ben tre decenni alle loro spalle. A dare loro la vita, negli Stati Uniti, sono stati Philip Ridgeway e la moglie Rachel, che avevano già altri quattro figli di 8,6, 3 e 2 anni concepiti naturalmente. Adesso si sono resi protagonisti di un vero e proprio record. Prima del lieto evento, infatti, il precedente apparteneva a Molly Gibson, venuta alla luce nel 2020 dopo 27 anni.
“C’è qualcosa di molto sbalorditivo in tutto ciò perché in un certo senso sono i nostri figli più grandi. Avevo cinque anni quando Dio ha dato la vita a Lydia e Timothy e da allora ha preservato quella vita”, ha raccontato il papà alla Cnn. A creare gli embrioni nel 1992 è stata una coppia anonima, lei di 24 anni e lui di circa 50. Ad aprile di quell’anno fecero ricorsero alla fecondazione in vitro, ma cinque embrioni non vennero utilizzati subito e furono quindi congelati e conservati in azoto liquido a una temperatura di quasi 200 gradi sotto zero in un laboratorio per la fertilità sulla costa occidentale, per poi essere donati nel 2007 al National Embryo Donantion Center di Knoxville, in Tennessee, affinché potessero servire a qualcun altro.
Gemelli nati da embrioni congelati in 1992: la storia di Lydia e Timothy
Philip Ridgeway e la moglie Rachel, i genitori dei gemelli nati dagli embrioni congelati nel 1992, seppure avessero già altri quattro figli, hanno deciso di ricorrere alla fecondazione in vitro per averne altri. “Non abbiamo mai avuto in mente un numero preciso di bambini che avremmo voluto avere, ma abbiamo sempre pensato che ne volevamo quanti Dio volesse darcene. E quando abbiamo sentito parlare dell’adozione di embrioni abbiamo pensato che fosse qualcosa che ci sarebbe piaciuto fare”, ha spiegato il papà.
È per questo motivo che hanno espressamente richiesto degli embrioni “special consideration”, ovvero quelli che difficilmente trovano un ricevente. In questo caso proprio perché “vecchi”. I cinque embrioni sono stati dunque scongelati: due non erano più utilizzati, mentre tre sì. Questi ultimi sono stati impiantati nell’utero della donna lo scorso 2 marzo. Uno non ce l’ha fatta, gli altri hanno dato alla luce Lydia e Timothy. Lo stato di salute dei bambini è buono. “Se un embrione è congelato a quasi 200 gradi sotto zero i processi biologici rallentano fino a quasi ad azzerarsi. E quindi forse la differenza tra essere congelati per una settimana, un mese, un anno, un decennio, due decenni, non ha molta importanza”, ha spiegato il dottor John Gordon.