Gen. Bertolini: “La controffensiva Ucraina è stata preparata con attenzione”

Il conflitto in Ucraina procede pur senza il clamore mediatico dei primi mesi. Non si fermano, infatti, gli attacchi e i bombardamenti, ma a differenza dei primi mesi di guerra, adesso l’Ucraina sembra pronta a dire la sua. Zelensky infatti ha messo in moto una controffensiva che ha portato i suoi a riprendersi una delle zone occupate dai russi. A parlarne è il Generale Marco Bertolini su La Verità: “C’è stata un’importante controffensiva. Gli ucraini si sono ripresi la parte dell’oblast di Kharkiv occupato dai russi nella loro avanzata a Est. Prima avevano occupato l’oblast di Lugansk e in misura meno significativa quello di Donetsk. Le due regioni rivendicate fin dall’inizio dell’invasione da Mosca. Scendendo da Nord avevano guadagnato terreno su Kharkiv, ora ripresa dall’esercito ucraino arrivato fino al confine con la Russia. Una mossa effettivamente imprevedibile almeno in questa misura. Ma che conferma ciò che ho ripetutamente detto fin dall’inizio”.



La controffensiva ucraina è stata studiata e ragionata ma soprattutto preparata con spostamenti di truppe. Il generale ha spiegato che la Russia ha dovuto fare i conti con una probabile carenza di informazioni che li ha lasciati spiazzati:Questa azione ucraina non nasce all’improvviso sotto un fungo. È stata preparata con adeguati spostamenti di truppe. Fa molto pensare che i russi non siano riusciti a prevederla. Una carenza informativa non indifferente visto che in Ucraina ci sono russi, ucraini russofoni o comunque “amici” di Mosca. Gli ucraini viceversa si basavano su informazioni fornite dalla Nato e dagli americani che li supportano. In termini di armamenti ma anche di intelligence”.



Gen. Bertolini: “Ora la Russia ha un fianco scoperto”

Adesso, a detta del General Bertolini, sarebbe il momento giusto per negoziare vista la posizione di forza dell’Ucraina in questo momento: “Finora gli ucraini erano parte soccombente e si sarebbero dovuti sedere al tavolo del negoziato con il cappello in mano cercando di salvare il salvabile. Ora hanno dato una dimostrazione di forza non indifferente, grazie all’aiuto occidentale e soprattutto Usa, e questa potrebbe aprire una finestra di opportunità anche per la Russia, almeno a sentire gli accenni sulla necessità di un negoziato da parte del ministro Lavrov. Ma non credo che succederà”.



A detta del Generale, ora gli ucraini si sentono in diritto di pretendere maggiori garanzie: “Si innescano anche questioni psicologiche e gli ucraini si sentono incoraggiati, credo illusoriamente, di poter prevalere. Sarebbe necessario ricordare che pure noi nella Prima guerra mondiale abbiamo avuto Caporetto, poi sappiamo come è finita. La guerra è così. L’unica costante sono i morti”. Putin, però, ha perso Lugansk ed è rimasto indebolito sotto quel fronte. Come ha spiegato il General Bertolini: “Resta il fatto che la Russia prima poteva contare sul fianco destro della repubblica di Lugansk coperto più a Nord dall’oblast di Kkarkiv. Ora il fianco destro è invece scoperto e questo indebolisce tutto il suo dispositivo nel Donbass. Poi c’è l’area di Kherson. Molto delicata. Con il fiume Dnepr che i russi devono attraversare per rifornire le truppe. Qui la pressione dell’esercito ucraino non è indifferente anche se si limita ad alcune penetrazioni minori. Infine, c’è la centrale di Zaporizhzhia controllata dai russi e fortunatamente con gli ispettori internazionali attualmente presenti a controllare. Questo è un bubbone”.