Secondo il generale Marco Bertolini, ex comandante italiano del Coi (Comando operativo di vertice interforze), nell’affondare l’incrociatore russo Moskva, ammiraglia della marina militare di Mosca, vi sarebbe stato un ruolo primario da parte delle forze degli Stati Uniti. Intervistato in collegamento con il programma Stasera Italia, su Rete 4, l’esperto militare ha spiegato: “C’è stato un aiuto da parte degli Stati Uniti nell’affondamento dell’incrociatore russo Moskva? Non c’è dubbio che i droni statunitensi controllino continuamente il mar Nero, dall’inizio delle ostilità”, ricordando come gli americani siano fortemente presenti in quella zona del mondo.



Il generale Bertolini ha anche spiegato il percorso dei droni a stelle e strisce in quella zona del mondo: “Partono da Sigonella, attraversano la Grecia, puntano a Nord, ma non passano negli spazi aerei turchi”, anche perchè la Turchia fino ad ora è rimasta sempre in qualche modo ‘neutrale’ nel corso del conflitto: “Ha sempre cercato di non intromettersi più di tanto”. Poi ha precisato: “I droni statunitensi controllano continuamente il Mar Nero dall’inizio delle ostilità. Vanno in Bulgaria, sul Mar Nero, e tutto quello che succede” in quella zona “è sotto il controllo di questi droni”.



GENERALE BERTOLINI SU AFFONDAMENTO MOSKVA: UN INTERVENTO CONCRETO DEGLI USA?

Quindi “è molto probabile – ha proseguito – che ci sia stato un aiuto, diciamo così, da parte statunitense e questo sarebbe molto grave perché innesca una situazione molto delicata”. L’ipotesi che gli Stati Uniti abbiano aiutato direttamente l’esercito di Kiev nella guerra in corso contro la Russia, e nell’affondamento della nave ammiraglia, si fa sempre più concreta, anche perchè i militari ucraini non pare abbiano le capacità tecnologiche per poter rispondere in maniera così importante all’offensiva di Putin.



Il generale Bertolini ha poi puntato il dito in qualche modo nei confronti dei Democratici americani, spiegando: “Io penso che questa guerra, quello che stiamo vivendo adesso, l’avremmo vissuta nel 2016 se avesse vinto Hillary Clinton. Nel 2016 c’erano già state le Primavere Arabe in Siria e non per niente la Russia era intervenuta nel 2015 in Siria per fermare un attacco verso la sua area di influenza e successivamente c’è stato l’intervento della Russia che si è ripresa la Crimea. Crimea, Ucraina e Siria sono strettamente connesse e facevano parte secondo me di una strategia per limitare lo spazio di manovra della Russia nel Mediterraneo. Ci sono stati quattro anni di pausa perchè c’è stato Trump, tornando in sella i democratici, è ripartito tutto quanto nella stessa maniera, secondo me questa è la situazione”. E a proposito del ruolo degli Stati Uniti nella guerra in corso, va sottolineato un tweet dell’esponente del Partito Democratico, Patriza Prestipino, che ha scritto: “Una volta Clinton disse a Eltsin: ‘Sono preoccupato da questo giovane cui hai affidato la Presidenza. Non ha la democrazia nel cuore’. Quel giovane era Vladimir Putin. E questa affermazione, ahimè, profetica”.