Il Generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell’aeronautica militare, intervistato dal quotidiano La Stampa, mostra il suo totale appoggio nella decisione di fornitura dei jet F-16 all’Ucraina per le operazioni di difesa nel conflitto con la Russia. Camporini sostiene infatti che è giusto aiutare uno stato scorrettamente ed ingiustamente aggredito dalla Russia, per questo la scelta che i capi di stato hanno fatto durante il G7 di Hiroshima è più che legittima. Per quanto riguarda poi in particolare l’Italia, il generale non crede che sia necessario l’intervento del Parlamento per decidere, basterebbe un semplice confronto a porte chiuse nella maggioranza, per convicere quelli che ancora si mostrano dubbiosi.



In ogni caso, aggiunge, “I jet sono necessari perchè fungeranno da deterrente per eventuali operazioni di offensiva russa “scoraggiano l’aggressione in quanto danno evidenza della forza degli ucraini che possono disporre di armi idonee alla difesa e a scongiurarele velleità russe“. Però l’aspetto critico è che attualmente i militari ucraini non sono in grado di pilotare quel tipo di aerei, serve quindi un addestramento.



Generale Camporini “L’Italia non è pronta ad addestrare i piloti ucraini”

Il generale dell’aeronautica militare Vincenzo Camporini, prosegue nell’intervista ad affermare la necessità di fornire a Kiev gli aerei F-16, per difendersi dalle minacce russe ma non solo. Anche perchè “Se l’Ucraina dominerà il cielo potrà finalmente riprendersi i territori sottratti“. Il ruolo dell’Italia quindi oltre a partecipare al sostegno con la fornitura potrebbe contribuire anche all’addestramento dei piloti? Camporini è molto scettico su questo punto e spiega “I nostri piloti non sono più allenati. Io, piuttosto, prevedo la possibilità di mettere a disposizione uno spazio per l’addestramento come la base di Decimomannu“.



E oltre a questo l’Italia potrebbe dare munizioni e bombe che vengono attualmente usate sui nostri aerei. E quindi alla domanda “Gli ucraini saranno addestrati ad uccidere?” Il generale risponde concludendo “In guerra si uccide e si muore. Può apparire paradossale ma il militare è pacifista perché è cauto e prudente. Ma la guerra è guerra e non sono i militari a deciderla