CARDINALE VERSALDI SU “AVVENIRE” INVITA AL ‘DIALOGO’ CON LA TEORIA GENDER

La teoria del gender è «pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali»: non poteva che essere più chiara la Chiesa Cattolica nell’ultimo documento del Vaticano “Dignitas Infinita” dedicato ai “temi etici” e alle battaglie sulla dignità umana al nostro tempo. Chiara la Chiesa, chiara la dichiarazione ufficiale del Dicastero per la Dottrina della Fede e chiarissimo lo stesso Papa Francesco che sulla teoria gender ancora poche settimane fa aveva ribadito essere «il pericolo più brutto del nostro tempo, senza differenza non c’è umanità».



Eppure vi è un cardinale – il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica Giuseppe Versaldi – che sul fronte gender, pur condannando nettamente la teoria degenerativa, si appella alla possibilità di dialogare su alcuni aspetti che considera “comuni” alla dottrina cristiana: intervistato dall’Avvenire, il Card. Versaldi sottolinea come il gender sia una «ideologia inaccettabile» eppure vi sono aspetti che si possono condividere, come la «pari dignità uomo-donna», il «rifiuto di un certo maschilismo» e anche il «rispetto per ogni orientamento sessuale». Per il Prefetto, occorre distinguere tra ideologia e studi di genere in quanto è possibile aprirsi all’ascolto e al dialogo con questi ultimi: come il Vaticano, anche il cardinale ritiene inaccettabile la teoria del gender nel momento in cui si nega la differenza tra uomo e donna «proponendo l’utopia del neutro», eppure ai vari studi di genere va riconosciuto la condivisione sulla «necessità di educare i giovani al rispetto di ogni persona», contro ogni discriminazione, violenza e bullismo.



LA DIGNITAS INFINITA DI PAPA FRANCESCO E LA POSIZIONE NETTA DELLA CHIESA SUL GENDER: MA ALLORA IL CARDINALE…

Al di là di che cosa possa voler dire condannare la “teoria” ma dialogare con gli “studi”, il rischio di creare più confusione che altro sembra albergare nelle considerazioni del cardinale Versaldi che pure siamo certi agisca in piena bontà d’animo. L’intervento però del Vaticano con il documento “Dignitas infinita” è teso proprio a ribadire al mondo di oggi quali sono i confini netti che la Chiesa non può accettare nel considerare i vari soprusi lanciati ogni giorno contro la dignità umana. Tra questi, appunto, il rischio del gender: «vita umana, in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender… non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio», si legge nella parte dedicata alla teoria gender sulla dichiarazione “Dignitas infinita”



Nel considerare l’assoluta pericolosità della teoria che predice la “fluidità” come valore fondamentale in quanto non vi debbono essere differenze tra gli esseri umani, conclude il Vaticano «si vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale». Per tutti questi motivi la Chiesa arriva a respingere tutti quei tentativi che «oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna». Ma allora perché se Papa Francesco e il Dicastero della Dottrina della Fede sono così netti e per nulla ambigui sul tema del gender, un cardinale autorevole sul quotidiano dei vescovi CEI invita al dialogo con le parti legate agli “studi di genere”? Non sembra una “svista” semmai un voler ribadire quanto già sottolineato nel documento “Maschio e femmina li creòˮ del 2019 prodotto dal Dicastero per l’Educazione Cattolica: intervistato dalla stampa vaticana il Card. Versaldi spiegava che in quel testo si voleva ribadire «il rischio che si imponga nelle scuole come scientifico un pensiero unico che non possiamo accettare. Allo stesso tempo dobbiamo essere capaci di dialogare, di rinnovarci, e di valorizzare ciò che di buono è emerso dalle ricerche sul gender».

LO SPUNTO DI RIFLESSIONE DEL VESCOVO USA BARRON SU DIGNITÀ E GENDER

La risultanza, lo ripetiamo, potrebbe portare ad una maggiore confusione e una minor comprensione dei rischi che albergano dietro all’ideologia di genere che dal mondo anglosassone è giunta fino in Europa: come scrive in un lungo editoriale su Newsweek il vescovo di Wirona-Rochester (Minnesota), già vescovo ausiliare di Los Angeles, Roberto Barron, la “Dignitas Infinita” del Vaticano è un momento essenziale di chiarezza nel condannare i rischi del gender. «Il documento fa riferimento alla dignità “ontologica” dell’individuo, segnalando che la dignità umana è intrinseca, irriducibilmente fondamentale e legata all’essere stesso di colui che la possiede», sottolinea il vescovo americano.

Svelando la centralità della dichiarazione vaticana nel contrastare «l’ideologia del gender», mons. Barron esalta il valore di metodo riportato dalla “Dignitas Infinita” sotto Papa Francesco per quanto riguarda il rapporto tra libertà e verità: «Quando il documento del Vaticano si pronuncia contro l’ideologia di genere e la “cura che afferma il genere”, sfida la concezione moderna, peculiare e autodistruttiva, della libertà», una concezione moderna che vorrebbe separare la “libertà” dalla “verità”. Invece conclude il vescovo Usa, la netta posizione della Chiesa contro le ideologie e contro i crimini alla vita umana (aborto, eutanasia, etc.) è una speranza nuova contro le tenebre: «In un momento in cui, francamente, molti in Occidente sembrano impazzire, questo testo rinfranca nella sua sanità mentale». Perché dunque appellarsi a non ben precisati “studi sul genere” e non rileggere semplicemente quanto la Chiesa stessa invita a riflettere sul tema gender (e non solo)?