Gene Gnocchi, dalle ‘luci’ di Paola Ferrari al rapporto con Simona Ventura e Teo Teocoli
A rendere brillante, irriverente e carica di ironia la puntata odierna di Bellamà ci ha pensato Gene Gnocchi, ospite di Pierluigi Diaco. Mille volti e vesti ma tutte caratterizzate da un umorismo unico, visionario; non a caso, parte subito strappando fragorose risate quando viene incalzato dal conduttore in riferimento alle tante collaborazioni per la Rai. “Ho fatto tante cose, la ‘Domenica Sportiva’ con Paola Ferrari, e su di lei avrei un aneddoto. Siccome è un personaggio molto amato, quando faccio le serate mi chiedono tutti com’è. Io lo dico perchè c’ho lavorato; per illuminarla metà Lombardia rimaneva al buio…”.
Dopo aver scherzato ricordando la sua collaborazione professionale con Paola Ferrari, Gene Gnocchi si è poi espresso su due personalità che oltre il lavoro sono entrate nel suo cuore lungo il corso della sua incredibile carriera. “Ho avuto la fortuna di lavorare con persone di grande livello, come ad esempio con Teo Teocoli con cui mi sono davvero divertito. Poi sicuramente anche Simona Ventura, con cui ho lavorato per 8 anni a ‘Quelli che il calcio’. Ho avuto anche degli incontri poco gradevoli ma con loro c’è stato un rapporto quasi fraterno”.
Gene Gnocchi: “La mia fortuna è stata avere due genitori che si sono sempre amati…”
L’ironia di Gene Gnocchi a Bellamà è emersa anche quando si è pronunciato a proposito della sua famiglia, con particolare riferimento al padre. “Ho una filosofia di vita molto precisa, meglio fare 10 cose male che 1 bene; ho quindi cercato di fare tutto perché di ogni professione assapori l’essenza. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che si amavano, mio padre con sei figli; quando andavamo al mare ci portava uno alla volta… Erano due genitori meravigliosi, ora sono nonno”.
Avviandosi verso la conclusione della chiacchierata con Pierluigi Diaco, Gene Gnocchi ha argomentato a proposito della sua capacità di creare, in primis per sé stesso. “Autore di me stesso? E’ una cosa che viene nel tempo, ho sempre fatto questo lavoro e forse avevo proprio una propensione. Anche quando giocavo a calcio cementavo lo spogliatoio, era quello che teneva unita la combriccola”. Incalzato dal conduttore sulla sua presunta malinconia ha invece spiegato: “Se sono malinconico? Lo sono soprattutto adesso che sono quasi arrivato a 70 anni, li faccio tra un paio d’anni… Chiaro che la malinconia ti viene perché hai fatto tanto e vorresti ancora fare qualcosa. L’anzianità un po’ ti riduce la prospettiva”.