Gene Gnocchi passa a “Quarta Repubblica”, il programma Mediaset condotto da Nicola Porro e di cui da lunedì 31 agosto 2020 sarà ospite fisso. Una svolta giunta contemporaneamente alla scadenza del contratto del comico con La7: Trovo che la copertina satirica sia un po’ superata, il contributo ironico funziona meglio se è integrato all’interno della trasmissione – ha dichiarato il diretto interessato al quotidiano ‘Libero’ –. Ho accettato di passare a ‘Quarta Repubblica’ proprio perché Porro mi ha offerto la possibilità di sperimentare un approccio nuovo, muovendomi da battitore libero”. Gnocchi ha poi spiegato le difficoltà del suo mestiere, individuando quella principale nel politicamente corretto:La censura è un rischio calcolato: puoi immaginare che venga applicata e, quando accade, l’avevi prevista. Il politicamente corretto è molto più subdolo, perché cambia, ti irretisce, è mellifluo. Ti spinge ad auto-censurarti”.



GENE GNOCCHI: “LE BATTUTE PIÙ DIFFICILI”

Gene Gnocchi ha poi dichiarato che “durante il lockdown ho guardato su Netflix gli stand up di molti comedians americani e loro fanno battute molto pesanti su donne, gay, minoranze. Da noi sarebbe impensabile: si scatenerebbe una polemica senza fine. Un altro terreno delicatissimo è il calcio: una volta potevi dire che la Juve ha giocato peggio del Canicattì, ora se lo fai arriva il sindaco e gli abitanti di Canicattì e ti fanno una intemerata”. Parlando di attualità Gnocchi ha menzionato il referendum (“Sarei favorevole se il taglio fosse associato a una riforma costituzionale. Così com’è non credo possa portare un gran beneficio”) e la pandemia (“Ne siamo usciti uguali, se non peggiori”), rivelando: “A causa del Coronavirus ho perso quattro amici: erano sani, giocavamo a calcetto. Non prendo il negazionismo nemmeno in considerazione. Chi dice cose del genere mi fa ribrezzo…”.

Leggi anche

Lutto per Gene Gnocchi: morta mamma Adriana/ "Ci ha lasciato, ci ha fatto vivere felici"Gene Gnocchi: “Con Teo Teocoli e Simona Ventura ho un rapporto fraterno”/ “Paola Ferrari? Ho un aneddoto…”