Dopo Ford e Stellantis, un nuovo accordo con i sindacati è arrivato per General Motors dopo sei settimane di sciopero. Per il sindacato si tratta certamente di una vittoria. Gm, nelle sei settimane di sciopero che ha mobilitato 50mila lavoratori su 146mila iscritti, ha visto scendere il valore del titolo di quasi un quinto e ha stimato perdite di 200 milioni di dollari a settimana. I danni, per le tre case, sono stati vicini ai 3 miliardi, come stimato da Anderson Economic Group. Le richieste erano di buste paga più pesanti oltre che di un miglioramento dei contratti a termine e dei trattamenti previdenziali.



Così, la United auto workers, ha scelto di fermare la produzione negli stabilimenti dove si producono di più i veicoli redditizi, creando un clima di guerra di offerte. È stato aumentato così il numero di fabbriche coinvolte, spingendo quando le trattative sono finite in stallo. La svolta è avvenuta proprio dopo lo stop alle tre fabbriche altamente redditizie: lo stabilimento di GM ad Arlington, in Texas, che produce Chevy Tahoe e Suburban; la fabbrica di pick-up pesanti Kentucky Truck di Ford e lo stabilimento dei pick-up Ram 1500 di Stellantis a Sterling Heights in Michigan.



General motors, accordo con i sindacati dopo Ford e Stellantis

Joe Biden, che si era espresso positivamente già dopo gli accordi di Ford e Stellantis, ha accolto con entusiasmo anche il preaccordo di General Motors. Il leader Usa ha parlato di “notizia grandiosa”. Il presidente, infatti, aveva preso le parti del sindacato sin dall’inizio. Il 26 settembre Biden ha fatto una storica apparizione a un picchetto nel Michigan, ricorda Il Sole 24 Ore. Quello delle tre case automobilistiche è stato uno sciopero sine die, che rischiava di danneggiare l’economia statunitense, influendo anche negativamente sulle chance di rielezione del presidente nel 2024.



“Questa evidenza va oltre l’industria automobilistica. È un segnale per l’intero Paese” ha commentato Patrick Anderson, dell’Arserson Economic Group. Secondo Erik Gordon, professore dell’Università del Michigan, è facile immaginare che “il risultato dello sciopero porti le aziende automobilistiche non sindacalizzate a fare tutto il possibile per tenere fuori l’raw”. Intanto, secondo gli analisti il mercato è “felice di vedere l’incubo dello sciopero Uaw nello specchietto retrovisore, con un accordo meno oneroso di quanto temuto inizialmente”. I precordi raggiunti prevedono un pacchetto della durata di 4 anni e 8 mesi, con aumenti medi del 25% ma superiori al 30% a regime.