Paolo Capitini, generale dei bersaglieri e docente alla scuola sottufficiali dell’Esercito a Viterbo, intervistato dal quotidiano Libero esprime le sue opinioni sulla guerra Russia-Ucraina, e fa alcune previsioni su una possibile prossima fine del conflitto, molto difficile secondo lui, perchè, “Nonostante sia l’esercito ucraino che quello russo risultino notevolmente indeboliti, è la Russia ad avere un maggiore vantaggio nel proseguimento delle operazioni militari“, questo sarebbe dovuto soprattutto al fatto che “Putin ha a disposizione molte più armi rispetto all’occidente“, quindi anche in caso di controffensiva da parte dell’Ucraina “Il quadro non cambierebbe di molto“.



Servirebbero inoltre, forze che attualmente, secondo Capitini, non sono alla portata di Kiev, perchè “Scarseggiano sia i mezzi che i nuovi arruolati“. E dietro al proseguimento del conflitto c’è poi un rafforzamento, che la Russia sta avendo a livello internazionale dai paesi storicamente “Anti-Usa“, e tutto ciò ha contribuito anche a solidificare i legami, non solo commerciali ma anche strategici e di scambi con la Cina.



Generale Paolo Capitini “L’occidente ha finito le armi, esercito ucraino indebolito”

Per Paolo Capitini, la guerra in Ucraina non è nè di facile risoluzione nè di breve conclusione. Nonostante l’affaticamento dei due eserciti, alla fine, come sostiene il generale, quello che Putin si pone come obiettivo è “Il logoramento delle forze Usa e Nato, che con il proseguimento del conflitto appaiono sempre più provati“, questo inevitabilmente indebolisce anche l’Ucraina, che non disporrà a breve di sufficienti armi per sostenere la controffensiva “In Occidente abbiamo quasi finito le armi e per le prossime consegne si parla del 2024“.



Mentre in Russia la produzione è aumentata perchè “Ha un piano industriale per arrivare a costruire 150 mezzi corazzati al mese“. Nello scenario geopolitico internazionale che va definendosi anche con le opposizioni tra occidente e  il nuovo fronte Cina-Russia, un ruolo importante potrebbe essere svolto anche dalla Turchia. A prescindere da come vadano a finire le elezioniIl paese seguiterà a giostrarsi su due tavoli, Nato e Russia” . “La geopolitica
non cambia dall’oggi al domani“, afferma Capitini, e per quanto riguarda la Cina, la vera svolta ci sarà quando da Pechino si deciderà di conquistare Taiwan, provocando uno scontro con gli Stati Uniti.