Un mese di guerra tra Israele e Hamas, la situazione a Gaza è delicatissima. In questo momento è in corso un combattimento all’interno di una superficie densamente abitata e fortificata che si svolge su due piani completamente differenti, l’analisi del generale Carlo Jean ai microfoni della Verità: “Uno in superficie, dove predomina la presenza di civili. Ed uno in profondità, caratterizzato dalla presenza dei miliziani di Hamas che si nascondono nei cunicoli assieme agli ostaggi”.



Per Israele il problema è vincere o morire, ha aggiunto il generale Jean, ricordando che sono tanti i nemici di Tel Aviv: “Hamas, Hezbollah, i pasdaran iraniani e così via. Se combatti per la vita o la morte non ti lasci condizionare dalle manifestazioni di piazza all’estero. L’unica cosa di cui Israele deve preoccuparsi è di avere il sostegno degli Stati Uniti. E quest’ultimo invece sì che può essere influenzato dalle manifestazioni pubbliche di dissenso in piazza”.



L’analisi del generale Jean

Nel corso della sua analisi, Jean si ‘è soffermato sul mondo arabo e ha sottolineato che ci sono dei distinguo da fare, il più importante tra Fratelli musulmani e salafiti: “Questi vedono come fumo negli occhi un successo di Hamas. L’Arabia Saudita non può accettare questa prospettiva soprattutto se uno Stato come lo Yemen spara missili contro Israele. Ed oltre al conflitto con lo Yemen, l’Arabia Saudita deve affrontarne uno strisciante con l’Iran. E quest’ultima non sembra avere nessuna intenzione di essere coinvolta in uno scontro diretto con Israele di cui teme comunque le reazioni devastanti se Tel Aviv fosse messa spalle al muro”. Jean ha poi definito prospettiva trascurabile il possibile supporto della Wagner in favore di Hezbollah o Hamas, ricordando che i mercenari russi sono partner di Stati come Emirati Arabi Uniti ed Egitto: “Quest’ultimo ha cacciato i Fratelli musulmani con il colpo di Stato di Al Sisi. Dubito che possano supportare Hamas”.

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