Il Generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma fu tra i primi esperti dell’arma dei carabinieri ad arrivare sulla scena del delitto di Erba, ed ora dopo tutto il caos mediatico che si è creato in merito alla presunta innocenza di Olindo e Rosa, afferma di avere grandi dubbi sulla necessità di una revisione del processo. Secondo Garofano infatti, non ci furono clamorosi errori nelle indagini e ci sarebbero troppe prove che inchiodano i due coniugi. In un’intervista al quotidiano La Nazione, Garofano spiega i dettagli che portarono ad concludere l’inchiesta di Erba con una colpevolezza e l’ergastolo che ora i due presunti killer dicono di non meritare.
Il generale ci tiene a precisare che non crede assolutamente ad uno dei punti più discussi di questa nuova revisione del caso, cioè la presunta confessione “estorta” , e dice “Conoscevano troppi dettagli del massacro, molto difficile che sia stata costruita la confessione” . Poi aggiunge: “Penso che anche vedendo molte volte le foto dell’autopsia sia quasi impossibile ricostruire i dettagli di un’aggressione se non si è partecipato a quell’omicidio“.
Strage di Erba, il generale Garofano “Sulla colpevolezza di Rosa e Olindo ci sono troppe prove”
Il generale Luciano Garofano intervistato da La Nazione prosegue con la sua opinione in merito all’ultima decisione del Procuratore di riaprire il caso di Erba e chiedere una revisione della sentenza per Olindo Romano e Rosa Bazzi, e afferma: “Le prove ci sono ed escluso che uno dei carabinieri possa aver contaminato la scena“. L’ex capo del Ris ha anche molti dubbi in merito al possibile reperimento di nuove testimonianze e nuove piste, soprattutto quella legata alla droga dice: “Facemmo delle analisi chimiche ma non per la droga“.
Aggiungendo che: “Non mi sembra che su questo caso ci siano ancora indagini tecnico scientifiche da poter fare, per quanto riguarda impronte digitali e confronto del Dna è stato fatto il massimo“. E conclude “L’impatto mediatico è importante, il caso è stato molto amplificato dalla tv“, ma “Dopo la morte dell’unico sopravvissuto, Mario Frigerio, sarà difficile trovare nuovi testimoni importanti, e anche se fosse, bisognerebbe verificarne l’attendibilità“.