La guerra tra Russia e Ucraina va avanti da oltre un anno e tutte le proposte di pace sono naufragate. L’ultimo tentativo è stato quello della Cina, anche questo infruttuoso, con tanto di critiche da parte degli Stati Uniti. Una gestione che non è piaciuta particolarmente al generale Tricarico: “Ho trovato superficiale e anche un po’ irresponsabile il modo piuttosto sbrigativo, la rapidità sospetta con cui la comunità internazionale la liquidato la proposta di pace in 12 avanzata a punto da Pechino”, le sue parole ad Avvenire.
Il presidente della fondazione di analisi strategica Icsa ha spiegato che la proposta di Pechino poteva essere una buona base di partenza per arrivare alla pace, anche solo un primo punto di riferimento “per far decollare una trattativa vera che porti alla cessazione delle ostilità”. La bocciatura, secondo il generale Tricarico, sembra nascondere un pregiudizio radicato: “In realtà più che un piano definito esso esprime una “visione” attraverso una lista di concetti. I punti centrali sono contenuti nei primi due dei 12 articoli, che fanno riferimento alla sovranità e alla integrità territoriale”.
L’analisi del generale Tricarico
Il generale Tricarico ha sgombrato il campo dalle “insinuazioni malevole”, a partire dal dubbio che il rispetto della sovranità comprendesse le aree illegalmente annesse. E c’è un altro concetto da sottolineare, quello della sicurezza citato all’articolo 2: “La sicurezza di un Paese non dovrebbe essere perseguita a spese di altri». E ancora: «La sicurezza di una regione non dovrebbe essere raggiunta rafforzando o espandendo i blocchi militari». Qui l’allusione alla Nato e alla sua politica di espansione è fin troppo chiara. Ed i cinesi hanno ragione. La Nato si deve fermare, doveva farlo già prima come informalmente era stato promesso a Gorbachev”. L’impegno al ritiro può ritenersi implicito, ha aggiunto l’esperto, mentre il punto più dolente è legato all’impegno a proteggere i russi di Ucraina e Crimea: “La Cina forse sull’argomento glissa anche per i suoi problemi interni in prospettiva con tutte le minoranze da governare. Ma non penso si opporrebbe all’inclusione nel piano di pace di clausole a tutela delle minoranze russe in Ucraina”.