La crisi scoppiata al vertice di Cattolica Assicurazioni – dove il Ceo Alberto Minali è stato bruscamente giubilato dal Consiglio d’amministrazione – è l’ultimo passaggio di un’escalation di scosse sulla faglia bancassicurativa. Anche il caso Cattolica – secondo le indiscrezioni – sarebbe infatti maturato sulla proposta del Ceo di un’alleanza con Il gruppo Ubi Banca: cui sarebbe stato funzionale un aumento di capitale, rendendo propizia la trasformazione in S.p.A. della compagnia. Pur essendo quotata in Borsa da molti anni, Cattolica è infatti tuttora una cooperativa: dove anche un importante investitore istituzionale come Berkshire di Warren Buffett (primo azionista con oltre il 9%) conta in assemblea per un voto-testa come il possessore di poche decine di azioni. Impossibile in questa situazione spingere oltre lo sviluppo strategico del gruppo e le sue esigenze di capitalizzazione.



Al di là del contenuto specifico, Cattolica stava emergendo come tassello rilevante di un riassetto bancario atteso da tempo. Il polo veronese, infatti, è già alleato di BancoBpm: l’altro gruppo creditizio ex cooperativo che con Ubi si colloca immediatamente alle spalle dei due “campioni” Intesa Sanpaolo e UniCredit. E un matrimonio fra BancoBpm e Ubi è appunto una delle ipotesi di lavoro attorno a cui stanno ragionando gli analisti di Piazza Affari. Negli ultimi giorni, tuttavia, si sarebbe inserita Bper: l’ex Popolare emiliana che – dopo la trasformazione in S.p.A. – ha accolto nel suo azionariato in posizione rilevante Unipol,  altro player assicurativo nazionale di primo livello.



Una nuova stagione di grandi manovre finanziarie ha comunque registrato il suo avvio eclatante ancora sul crinale bancassicurativo. La scalata avviata da Leonardo Del Vecchio su Mediobanca sotto i riflettori di Borsa si muove fra sportelli e polizze. Queste ultime sono quelle delle Generali tuttora leader in Italia anche se meno “gigantesca” di un tempo a livello europeo – mentre gli sportelli sono in realtà quelli di UniCredit: primo azionista singolo di Mediobanca nonché direttamente partecipato dallo stesso Del Vecchio.

Il mercato punta su due opzioni: la cessione del pacchetto di UniCredit in piazzetta Cuccia, oppure nuove combinazioni strategiche fra UniCredit e Mediobanca-Generali favorite dal ruolo pro-attivo assunto da Del Vecchio e – dietro di lui – da Francesco Gaetano Caltagirone. Una suggestione che – nel “miglio quadrato” ambrosiano – circola da almeno un decennio: da quando la vecchia Banca Commerciale Italiana si sganciò da Mediobanca per confluire in Intesa. Successivamente le altre due azioniste storiche (UniCredit e Capitalia) si fusero. Ma nessuno può dimenticare che poco meno di tre anni fa – sulla scia dell’attivismo del governo Renzi – proprio Intesa Sanpaolo tentò senza successo un’Opas non ostile sulle stesse Generali.