BIBBIA CENSURATA IN UNIVERSITÀ: LA DENUNCIA DEL PROF PIETRINI ALLA SCUOLA IMT ALTI STUDI DI LUCCA

Com’è quella storia dell’ideologia woke che mira a “cancellare” la cultura del passato nelle università americane? Ah giusto, è un fenomeno che rimane confinato negli atenei anglosassoni, non potrà mai arrivare nella salda Europa. Bene, ora guardate quanto successo a Lucca raccontato (con coraggio) dal professore Pietrini con una lettera all’Avvenire, oppure anche solo osserviamo quanto succede da anni nelle Università se si vuole proporre eventi, incontri o semplici testimonianze che non rientrino nell’alveo del “politicamente” e “culturalmente” corretto laicista. Niente religione cristiana, niente autori fuori dal “circolo” left-chic, insulti e proteste contro chi dissente in qualsiasi campo che non sia “benedetto” dall’élite buonista imperante.



Premessa eccessiva direte voi: beh forse avete ragione, eppure se si dà una rapida scorsa alla lettera inviata dal professore Pietro Pietrini, ordinario alla Scuola IMT Alti Studi di Lucca, qualche sospetto che il rischio “woke” sia pronto a dilagare anche in Italia nel prossimo futuro viene a tanti. La storia è molto semplice: il docente doveva partecipare ad una conferenza sul libero arbitrio in università, evento fissato da mesi. A ridosso però del seminario, gli organizzatori inviano una missiva al prof invitandolo caldamente a cambiare titolo e contenuto della conferenza pena «la cancellazione dello stesso». Il seminario prendeva infatti spunto dal primo omicidio della storia dell’umanità, riportato nel quarto capitolo della Genesi, dove Caino non ascolta il monito del Signore e uccide Abele: ma per il responsabile della comunicazione di una grande organizzazione (non citata dal prof) arrivare a citare la Genesi e discuterne nel dibattito culturale era qualcosa di sconveniente e quasi insultante.



GENESI, LIBERO ARBITRIO E CENSURA: LA FOLLIA WOKE CONTRO LA LIBERTÀ

«La parola che immediatamente segue nel racconto del Genesi – Timshel – nelle diverse traduzioni che si sono susseguite nel corso dei secoli – racchiude in sé il senso del libero arbitrio. Tutto qui. I riferimenti al Genesi finivano qua. Ben lontano, dunque, da qualsivoglia dissertazione critica di testi religiosi o altro del genere», racconta ancora il prof. Pietrini, allibito per la richiesta degli organizzatori di fatto di censurare la Bibbia per vedersi confermato lo speach. Tra l’altro, il docente si occupa di neuroscienze del comportamento umano e il citare la Genesi serviva per aprire il dibattito e allargare la tematica su libero arbitrio, peccato e scontro relazionale: «Per dirla tutta, poi, il titolo e l’incipit del mio seminario altro non volevano essere che un tributo a John Steinbeck, tra i miei scrittori più amati fin dall’adolescenza, che in quel capolavoro che è La Valle dell’Eden dedica pagine memorabili alla disquisizione sul significato di quell’antica parola ebraica», ovvero “Timshel”, libero arbitrio.



Un eccesso di “prudenza” visto il conflitto internazionale tra Israele e la Palestina, una censura contro la Bibbia cristiana o altro: non è dato sapere il perché di questa censura woke impartita dall’alto, ma resta la delusione e il timore per un destino culturale molto complesso anche nel nostro Paese. «Non sarà che il veto – mi chiedevo – affondi le sue radici nell’universo, ormai privo di qualsivoglia briglia di ragionevolezza, del politicamente corretto, dove inaudibili storpiature della lingua italiana sono sbandierate quali manifestazioni di rispetto degli altri e dove persino gli auguri per il Santo Natale, il mistero dei misteri per laici e credenti, ormai ce li scambiamo quasi sottovoce e solo tra conoscenti?», si chiede provocatoriamente il professore. Se nemmeno si può più citare la Bibbia in un seminario o addirittura in un titolo di una conferenza scientifica, conclude Pietrini, «dobbiamo prendere atto che abbiamo cominciato a segare il ramo su cui siamo seduti a livello culturale e antropologico. Che lo si voglia o no, siamo fatti di Genesi». Censurare un dibattito sul libero arbitrio è poi il paradosso dei paradossi: per parlare di libertà in università ad Lucca, non bisogna essere del tutto liberi. Bell’idea di educazione e cultura, chapeau.